Milano e le altre Città 30 in Italia: obiettivo zero morti entro il 2050

Una pista ciclabile a Bologna
Una pista ciclabile a Bologna
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Con il voto di Milano le polemiche si sono fatte roventi. Come tutto in Italia, anche scelte e provvedimenti tesi agli obiettivi della sicurezza e della mobilità sostenibile finiscono con il diventare terreno di scontro politico. Da una parte la sinistra (le amministrazioni che hanno dato il via libera alle Città 30 sono di tutte della stessa parte politica), dall’altra la destra, con il ministro Salvini in testa che fa notare che «a Milano la gente vorrebbe lavorare». In realtà nel capoluogo lombardo erano state fatte delle sperimentazioni di zone 30 in una piccola zona di Corso Lodi/Corvetto e adesso è arrivata l’approvazione del Consiglio Comunale. Nelle simulazioni fatte in tutta Europa sulla fluidità del traffico nelle città si è calcolato che in centro si va al massimo ai 24 km/h orari di media.

Bologna Città 30 entro giugno 2023

Il primo capoluogo di Regione a varare il piano «Città 30» è stato Bologna: il progetto – approvato dal Consiglio Comunale lo scorso 2 novembre – è partito un anno e mezzo con la campagna di diverse associazioni cittadine che hanno raccolto migliaia di firme. A quel punto l’Amministrazione Comunale ha accettato di buon grado di condurre Bologna a questo risultato entro il mese di giugno 2023: limite dei 30 Km/h sulla maggior parte delle strade comunali, non solo quelle del centro storico. Solo poche resteranno a scorrimento veloce, con limite dei 50 Km/h. Il progetto di Bologna prevede un investimento di 14 milioni di euro destinati alla sicurezza stradale: campagne di comunicazione e di educazione stradale, installazione di nuovi segnali stradali, creazione di nuove aree pedonali nei quartieri e messa in sicurezza delle strade dove si registra un maggior numero di incidenti. Ovviamente non manca la parte sanzionatoria: si prevedono controlli più frequenti oltre all’installazione di autovelox.

I numeri delle capitali europee

Nel decennio 2010-2019 solo nella città di Bologna si sono registrati 194 morti e oltre 260 mila feriti a causa degli incidenti stradali: il primo vantaggio del piano «Città 30» consiste proprio nel ridurre questi numeri. Nelle città europee che hanno preceduto le nostre i risultati sono sotto gli occhi di tutti. A Helsinki, capitale della Finlandia, si è arrivati a 0 vittime nel 2019, negli anni precedenti si superavano le 30 ogni anno. La capitale belga Bruxelles nei primi mesi di Città 30 ha registrato un 50% in meno di morti e feriti gravi. A Grenoble, dopo 3 anni di città 30, si è registrato un calo del 22%. A Graz, in Austria, il calo è stato del 24% già durante il primo anno e addirittura del 90% di bambini vittime di incidenti davanti alle scuole. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, presentando il progetto ha detto di aspettarsi di non avere più morti sulla strada entro il 2050, la data fissata dal Parlamento Europeo.

Annunciate zone a 30 km/h anche a Roma

Dopo Bologna è stata la volta di un’altra città emiliana, Parma, con il sindaco Michele Guerra che ha annunciato che la rivoluzione avverrà “entro il 2024”. Lo scorso 14 novembre, poi, anche Torino ha fatto un primo passo per l’istituzione del limite di 30 km/h in città, quando il Consiglio Comunale ha approvato – con 27 voti a favore e 3 contrari – la mozione “Torino Città 30 km/h” presentata dal consigliere Silvio Viale, capogruppo della Lista Civica per Torino. Anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha recentemente annunciato la volontà di realizzare 69 isole ambientali e zone a 30 km/h nella capitale.