Omar Di Felice, le paure e i segreti: “Ecco perché mi sono arreso al ghiaccio. Ma a fine anno torno in Antartide per vincere la sfida”

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Omar di Felice ha cercato l'impresa in Antartide: si è dovuto arrendere (foto: Mirrormedia.art)
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Anche gli atleti hanno un cuore, un’anima. Non sono immuni alle sofferenze e ai brutti ricordi. Omar Di Felice, partito qualche mese fa con tanto entusiasmo e tanto slancio alla conquista del Polo Sud in bicicletta, è stato costretto da una serie di contrarietà a rinunciare al suo progetto,  un’impresa mai riuscita nessuno, un totale di 2.400 chilometri tra i ghiacci e il gelo dell’Antartide. La scelta di abbandonare è stata coraggiosa ed anche dolorosa, ma ora, a distanza di un mese, l’indomito ultracyclist romano dimostra di averla metabolizzato e di aver ritrovato la spinta per nuovi traguardi e soprattutto per poter recuperare a breve quel progetto e portarlo a termine con successo.

“Tornerò in Antartide a fine 2023 e sostenuto da una ritrovata forza interiore cercherò di concretizzare il mio sogno. Il fallimento di questo primo tentativo è legato ad una sommatoria di elementi negativi che mi hanno convinto che era il caso di evitare di sfidare oltremisura la sorte. C’è chi è convinto che gli atleti siano esseri rocciosi, insensibili, mai bersaglio di problemi, non solo fisici ma anche mentali, ed invece facciamo tutti parte della sfera dell’umano, vulnerabili anche nei momenti più impensati”.

Quali sono gli elementi che ti hanno svuotato mentalmente e indotto alla resa?

“Due su tutti. Poche ore dopo la partenza, avvenuta il 29 novembre, ho iniziato a ricevere cattive notizie da casa. I problemi familiari si aggravavano di giorno in giorno , mi creavano ansia e preoccupazione. Anche le avverse condizioni meteo hanno avuto un peso importante. Quella dell’Antartide è una traversata complessa, si sa, il maltempo estremo va messo in conto, ma la situazione era davvero proibitiva. Questi due fattori li ho interpretati come un segnale che doveva indurmi a rinunciare al progetto, a tornare senza esitazione sui miei passi. La traversata era iniziata subito in salita, avevo tutto contro, non c’era altra scelta. Ero triste, poi nella solitudine più assoluta sono affiorati ricordi legati a traumi adolescenziali, non potevo andare avanti, mi mancava ormai la spinta”.   

L’Antarctica Unlimited è durata soli otto giorni. Dopo aver percorso 94 chilometri e mezzo percorsi, Di Felice ha fatto rientro alla base.  “Il progetto è solo rimandato – assicura Omar –. Tornerò in Antartide il prossimo novembre. Probabilmente anticiperò di un paio di settimane la partenza della traversata”.

Quegli otto giorni trascorsi tra il ghiaccio antartico sono stati comunque utili come esperienza?

“Utili soprattutto per il collaudo dei materiali. Hanno superato con successo l’impatto con il gelo e con le condizioni estreme del Polo Sud. Si renderanno necessari soltanto degli aggiustamenti minimali. Per evitare di ritrovare un meteo così avvers,o sto però studiando la possibilità di invertire il senso di marcia della traversata”.

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Omar di Felice in Antartide. L’ultracyclist è stato costretto a fermarsi per problemi personali

E stata dura riprendere la bici, una volta rientrato?

“No, per nulla. Praticamente non ho mai interrotto gli allenamenti. Ben prima di Natale ero già sella”.

Progetti per il 2023, prima del nuovo viaggio in Antartide?

“Non voglio stare assolutamente fermo. Tra fine gennaio e inizio febbraio mi dedicherò ad una nuova avventura, probabilmente sempre tra i ghiacci”.

E per la parte centrale della stagione?

“Parteciperò ad un’ultracycling di 3000-4000 chilometri. Non ho ancora deciso quale. Ho già portato a termine in passato la Transamerican Bike Race, una sorta di coast-to-coast in autosufficienza,. e mi piacerebbe tornare da quelle parti.  Sono tanti gli eventi che mi affascinano, magari la Trans Canada”.

Parigi-Brest-Parigi? Mai fatta?

“Ahimè, mi manca. Quest’anno no, ma all’edizione successiva vedrò di colmare la lacuna. Non è una prova estrema, ma è una gara ricca di storia e soprattutto una grande festa. Voglio e devo provare anche quelle emozioni”.

Alla bicicletta sei legato da un amore immenso

“Davvero. Tutti i miei progetti sono finalizzati alla propaganda per l’uso della bicicletta per gli spostamenti, il mezzo ideale per combattere i disagi causati dal grande traffico e dallo smog. A partire dal prossimo mese di marzo inizierò una serie di incontri nelle scuole di tutt’Italia con lo scopo di sensibilizzare le nuove generazioni ad usare la bicicletta in alternativa ai mezzi motorizzati. E di bici inizierò già a parlare, agli scolari, tra un mese, il 7 febbraio, in occasione della Giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo. Non c’è nulla di più giusto del mettere a disposizione dei bambini la propria esperienza”.