Classe 1922. Già, proprio cent’anni fa nasceva Giovanni Pinarello, e proprio il 10 luglio, lo stesso giorno in cui si svolgerà domenica la venticinquesima edizione della prestigiosa Gran Fondo Pinarello 2022 che Treviso gli dedica. Vide la luce a Catena di Villorba, nel cuore della Marca, era l’ottavo di 12 fratelli. Fu professionista per ben otto stagioni, correndo per la Lygie, l’Atala, la Stucchi e la Bottecchia.
Gran Fondo Pinarello 2022: quest’anno ricorre il Centenario della nascita del grande Giovanni “Nani” Pinarello
Nel 1951 indossò l’ultima maglia nera del Giro d’Italia, quella che spettava all’ultimo della classifica. Vinse Fiorenzo Magni, quell’anno, e Pinarello si classifico 75° con un ritardo di 3 ore e 26 minuti. Ne fu orgoglioso, Nani, e già meditava di ripetere l’impresa l’anno successivo, anche perché la maglia nera fruttava un bel gruzzolo, ma l’organizzazione decise – alla luce del disinteresse che ormai regnava sulla maglia destinata al fanalino di coda – di abolire quella graduatoria.
In ogni caso il destino volle che Pinarello non corresse il Giro d’Italia dell’anno successivo. Pochi giorni prima dell’inizio dell’edizione ’52 della corsa rosa ricevette dalla sua squadra, la Bottecchia, la comunicazione di dover lasciare il suo posto al giovane Pasqualino Fornara, che aveva appena risolto il contratto con la Bianchi di Fausto Coppi. Deluso e amareggiato, Nani si fece da parte mettendo fine alla sua carriera. Per la mancata iscrizione a quello che sarebbe stato il suo terzo Giro, la Bottecchia lo indennizzò con un versamento di 100.000 lire. E fu anche grazie a quella somma che nacque, dal nulla, l’odierna affermatissima industria. Nani aprì subito un piccolo laboratorio di biciclette, che divenne presto molto frequentato. Sono trascorsi settant’anni ed oggi sulle Pinarello si pedala in tutto il mondo.