Altezza sella e manubrio bici: come trovare il dislivello e l’assetto migliore

Mauro Adobati, meccanico della Trek-Segafredo, misura i parametri della bici al Lombardia 2020
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L’altezza sella e manubrio bici è uno dei parametri fondamentali per trovare l’assetto migliore. La bontà di una posizione deve fare i conti con le caratteristiche antropometriche e fisiologiche dell’atleta. Cosa ci indica questo “scarto” e su quale assetto va valutato? A prescindere dalle scuole di pensiero, bisogna lasciar perdere i modelli “estetici” e considerare anche le proprie sensazioni. Su quicicloturismo, nella nostra consueta e imperdibile rubrica dei “Consigli Tecnici” ecco come trovare gradualmente la “quota giusta”.

Altezza sella e manubrio bici: per identificare al meglio il dislivello, serve l’aiuto di un tecnico

Affidarsi a un criterio prettamente estetico per trovare la giusta posizione in sella è l’errore più grande che si possa fare da un punto di vista biomeccanico: eppure è uno sbaglio assai frequente, soprattutto se il campo di osservazione è il ciclismo su strada. Qui nel regolare l’altezza sella e manubrio bici, oggettivamente, vedere un atleta che si pone in modo perfettamente e aerodinamicamente chino sul manubrio è quanto di più gradevole per chi osserva, nonché premiante in termini di efficienza della prestazione.

I criteri da seguire per un assetto ideale

Questo è ineccepibile a livello meccanico e aerodinamico, se non fosse che, ancor prima della teoria, la bontà di una posizione in sella deve soprattutto fare i conti con parametri antropometrici e fisiologici di ogni atleta: nella fattispecie del posizionamento di un manubrio rispetto alla sella, questi sono il rapporto tra segmento del busto e braccia e il grado di flessibilità lombo-sacrale. La realtà dei fatti ci dimostra che, soprattutto a livello amatoriale, in tantissimi ignorano totalmente questa regola. Ecco spiegato il motivo della corposa serie di spessori distanziali che è frequente vedere tra il tubo sterzo e attacco manubrio, di utenti che pedalano su telai evidentemente inadatti alle loro caratteristiche.

La biomeccanica ha individuato un parametro per stabilire nel modo più oggettivo possibile il posizionamento giusto del manubrio rispetto alla sella, un valore per evitare errori e assegnare alla posizione in bici un’esattezza che riguarda sia l’efficienza di spinta, sia l’aerodinamica. Questo parametro è strettamente personale, ed è il cosiddetto scarto sella-manubrio. La biomeccanica, ma anche l’industria della bici hanno fatto passi da giganti negli ultimi anni e per questo l’altezza sella e manubrio bici deve scaturire da analisi approfondite e accurate e deve per prima cosa adattarsi ai parametri fisici individuali: a parità di statura, non possono essere gli stessi tra un individuo e l’altro. Perché uno ha una flessibilità lombosacrale diversa dall’altro, oppure ha un accumulo di grasso che ne limita il piegamento.

Non solo: la storia anche recente del ciclismo professionistico ci dimostra che anche ad altissimo livello si può sbagliare a definire la “stazione” del manubrio. L’esempio più lampante ce lo forniscono le immagini delle prove a cronometro: talvolta si vedono i corridori che durante le prove contro il tempo scivolano continuamente in avanti. Questa è la prova evidente che si è troppo bassi sul manubrio, di conseguenza il bacino non riesce a trovare una posizione stabilizzata, quindi si è costretti a variare assetto durante lo sforzo.

Altezza sella e manubrio bici: come trovare il dislivello e i dettagli da non dimenticare

Non va dimenticato che, più si è bassi sul manubrio, più si verifica compressione addominale e conseguente limitazione dell’escursione diaframmatica, che penalizza gli atti respiratori. E ancora: più si è bassi e più si ha perdita di stabilità del bacino favorita dall’eccesivo stiramento della muscolatura lombare. Stando troppo bassi si ha una maggiore tensione sulla regione cervicale, dovuta all’iperestensione del capo che ricerca l’orizzontalità visiva. Infine, un manubrio troppo basso determina eccessiva pressione sulla regione genitale.

L’estremo opposto, ovvero quello di un manubrio troppo alto (magari per un’eccessiva ricerca di comodità) è anch’esso da evitare, visto che favorisce il sovraccarico di sollecitazioni meccaniche sulla zona lombare, via via che le distanze aumentano.

Come trovare la distanza

La domanda è allora se esistono metodi capaci di definire con precisione questo scarto. Lasciando da parte le varie “scuole” di biomeccanica, diciamo che sicuramente esiste la strada teorica che individua la migliore delle posizioni meccanicamente possibili per quell’individuo in base alla sua struttura antroprometrica. Una ricerca “artigianale” e personale della posizione ideale, può comportare l’impugnatura prevalentemente sulla parte alta e orizzontale del manubrio, con un’oggettiva difficoltà a mantenere l’impugnatura bassa anche per brevi tratti di pianura o, addirittura, a volte, anche in discesa. In questo approfondimento tecnico, vi abbiamo parlato dei manubri. In conclusione: ci sono soluzioni geometriche che si adattano benissimo alla grande maggioranza dei praticanti amatoriali oppure occasionali, soluzioni che aiutano a evitare l’errore di uno scarto tra sella e manubrio eccessivo, con un assetto che è indubbiamente bello a vedersi, ma che come abbiamo visto “non balla”.