Sportful Dolomiti Gravel, la nuova invenzione di Piol: «In bici con uno spirito diverso, alla scoperta del territorio»

Ivan Piol e Anna Valerio, gli organizzatori degli eventi firmati Sportful
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La casa del ciclismo in ogni sua sfaccettatura e declinazione è sempre aperta e in continua evoluzione. Chiamiamola pure “Gravel Mania” perché c’è molto di nuovo anche sotto le stelle del cielo di Feltre. Il già ricco mondo degli eventi legati al ciclismo viene impreziosito dalla Sportful Dolomiti Gravel, l’appuntamento-pilota di un vero e proprio festival delle due ruote organizzato dal Pedale Feltrino di Ivan Piol, che colorerà le strade del Bellunese per tre weekend nel prossimo mese di giugno. Gran Fondo, Mini Gran Fondo, Castelli24h, ma soprattutto il pianeta gravel in crescita esponenziale nell’ultimo biennio. Su quicicloturismo iniziamo a scoprire le invenzioni di Piol per un anno a dir poco straordinario e tutto da vivere in sella anche con lo “spirito gravel“!

«L’idea parte un po’ da un’analisi che abbiamo fatto sull’andamento della gran fondo di quest’anno. Al di là del Covid c’è stata questa perdita che mediamente va dal 25/35 per cento di partecipanti rispetto al 2019, non considerando il 2020. Ma soprattutto nasce dalla considerazione del fatto che la pandemia ha avvicinato alla bicicletta un sacco di gente che magari non la vive con spirito agonistico e non vuole rischiare di correre nel gruppo delle Gran Fondo, ma si è avvicinato con velleità pseudo-turistiche inforcando una gravel: possibilità di fare sentieri, sterrati e di vivere il paesaggio con lo spirito gravel. Avviciniamo nuove persone attraverso il mondo gravel, con la speranza di portarle poi a partecipare alle Gran Fondo e abbiamo pensato a un prodotto adatto anche alle esigenze dei “delusi” delle Gran Fondo»

Sportful Dolomiti Gravel, la nuova grande idea di Ivan Piol: «Il percorso valorizza il territorio»

Ivan Piol con quicicloturismo, presenta anche il percorso: «Sarà nella nostra zona, nella Valbelluna dove siamo pieni di strade belle. Il percorso sarà degno del nome Sportful a livello di durezza: non straordinariamente impegnativo, ma sicuramente un bel percorso. La manifestazione non sarà agonistica, quindi in classico stile gravel con timbri, ristori e il grande ristoro finale che darà il via alla festa del sabato sera».

Tre weekend bellissimi nel segno di Sportful: «Iniziamo l’11 giugno, di sabato, con la Sportful Dolomiti Gravel perché l’idea è di fare poi una grande festa del ciclismo nella serata, visto che abbiamo gli spazi e le attrezzature per poterlo farle: musica dal vivo, street food, tantissime attività interessanti. Con l’Associazione Pra’ del Moro, potremmo anche utilizzare un’area camper attrezzata con l’autorizzazione a montare le tende, una cosa molto interessante anche dal punto di vista cicloturistico».

Un punto di partenza, verso un futuro sempre più “Gravel”

Una “edizione zero” che avrà infinite pagine da scrivere: «La nostra idea è quella di farla diventare una routine e di riproporla negli anni. Quest’anno è un esperimento per capire che aria tira, chi viene e che spirito ha: al di là che si tratta di un mondo nuovo in generale, sono due correnti di pensiero se non ho interpretato male: agonismo e cicloturismo, quindi ammirare il paesaggio e fare attività secondo determinati canoni. Avendo una Gran Fondo classica e agonistica, la Sportful Dolomiti Gravel deve essere una valida alternativa sullo sterrato con caratteristiche importanti di chilometraggio e altimetriche».

Ivan Piol, da organizzatore, appassionato e praticante ha già testato il percorso gravel e racconta le sue sensazioni: «Io e Anna (Valerio, ndr) abbiamo già percorso la parte di Feltre, manca quella verso Belluno perché poi saliremo sul lato destro olografico del Piave che per noi è la sinistra e scenderemo per la destra del Piave. Mi mancano i pezzi della parte di Belluno. Il percorso è bellissimo: scopri delle strade, che io ho fatto in mountain-bike una ventina di anni fa e che non ricordavo più. Posti bellissimi a due chilometri da casa, di cui magari non si conosce nemmeno l’esistenza. Lo scopo per noi è proprio questo: scoprire una parte del territorio che chi fa Gran Fondo magari non vede».