Mevio e il Rinascimento delle Gran Fondo: «Il Covid ci servirà da lezione»

Vittorio Mevio, patron del Gs Alpi, insieme al vincitore della GF Gavia e Mortirolo (foto: Gran Fondo Gavia e Mortirolo)
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Il Rinascimento Azzurro ha riempito le piazze e le strade di tutta Italia con le notti magiche della nazionale di Roberto Mancini e il concetto di Rinascimento, nel senso più ampio del termine, anche quello artistico-culturale, può essere esteso anche al mondo delle Gran Fondo che ha vissuto una nuova era. Vittorio Mevio, patron del GS Alpi e organizzatore di gare storiche nel panorama delle due ruote del nostro Paese, racconta la stagione vissuta all’interno del suo entourage, in esclusiva su quicicloturismo.

Meno partecipanti, ma un ottimo feeling sul piano organizzativo: «Numericamente parlando, è ovvio che ci sia stata una flessione. Sono mancati e mancano ancora la maggior parte degli stranieri e questo per certe manifestazioni è fondamentale. C’è ancora anche negli italiani c’è allarmismo e l’impressione è che non tutti siano ancora sciolti. Dal punto di vista organizzativo, tutto perfetto: sento in giro, anche in altre gare, i commenti generali sono tutti di soddisfazione e i protocolli vengono rispettati al 101%. Grossi problemi non ce ne sono stati. La Gran Fondo Gavia e Mortirolo è stata la terza gara organizzata da noi sotto il Covid, a partire dall’Alassio dello scorso anno. Dipendesse da me, preferisco organizzare in queste condizioni: i ciclisti danno l’impressione di essere più rispettosi e si lavora in meglio».

Mevio e il trait d’union con un super team organizzativo

Un applauso sincero a tutto il team di eccellenti e validi collaboratori: «Preferisco organizzare decisamente così, mille problemi in meno, meno assembramenti. Fila via tutto più liscio: i miei collaboratori che lavorano in segreteria alla distribuzione dei pacchi gara, con protocolli precisi e numeri limitati d’ingresso, hanno lavorato meglio. Con la moda vecchia, che tornerà, era diverso. Ma questo Covid e questo periodo ci serviranno da lezione per migliorare le organizzazioni e renderle più fluide e meno caotiche. Se siamo capaci di sfruttare la lezioni, in futuro lavoreremo meglio».

Il futuro è tutto da scrivere, ma in attesa della prossima stagione, Mevio guarda con ottimismo a quello che verrà: «Il 2021 è ancora tutto da scrivere con tutte queste varianti Delta, etc. Il futuro è il 2022, ma ho il timore che l’autunno ci possa riservare ancora qualche sorpresa. Auguriamoci di no, con i vaccini che andranno avanti, ma non diamo per scontato che il Covid sia scomparso. Per il 2022, questo nuovo modo di organizzare ci dovrà servire da lezione e da insegnamento per modificare alcuni aspetti dei vecchi sistemi organizzativi. Dobbiamo farne tesoro, altrimenti non è servito a nulla. Se siamo intelligenti, dobbiamo apportare alcune modifiche che il Covid ci ha insegnato».