Vittoria, tubolari: la storia di pneumatici leggendari

I tubolari Vittoria, parte fondamentale della storia del grande ciclismo (foto: Vittoria)
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La storia dei tubolari è la storia stessa dello pneumatico per bicicletta. Il “Palmer”, come ancora oggi viene chiamato, è stato inventato e brevettato dall’americano John Palmer nel lontano 1889. È stato poi un altro John, questa volta scozzese e di cognome Dunlop, a produrlo su vasta scala nella sua fabbrica – la prima al mondo che realizzava pneumatici per biciclette – e a renderlo disponibile ai primi ciclisti. Grazie agli enormi vantaggi che questa nuova tecnologia offriva, i tubolari sono subito diventati la scelta di chi faceva competizioni.

Tubolari: un forte legame con il ciclismo eroico

La prima immagine che viene in mente quando si parla di tubolari è il ciclista eroico, ingobbito sulla bici, nel bel mezzo di in una salita e con un tubolare avvolto sulle spalle. Il loro uso si sono evoluti da allora. Era comune per i ciclisti agli inizi della loro carriera imparare a montare e riparare i tubolari. Si sfruttava l’inverno, periodo di pausa per i corridori, per controllare e riparare i tubolari; procedimento per niente facile e che richiedeva una certa manualità. Bisognava trovare la foratura, tagliare la stoffa in corrispondenza della foratura, chiudere il buco con una toppa e ricucire il tutto evitando di forare la camera d’aria con l’ago. I tubolari riparati erano ottimi per l’allenamento ma non per la gara, in quanto la toppa si faceva sentire e poteva compromettere rotolamento e comfort di guida.

In ogni caso, i tubolari diventarono quasi d’obbligo nel ciclismo sportivo dato che nessun altro tipo di pneumatico poteva offrire le stesse prestazioni. Negli anni Venti e Trenta, molte aziende in Europa iniziarono a produrre tubolari simili tra loro, il che aiutò a standardizzarne sia la costruzione che le misure. Nello stesso periodo iniziarono a vedersi anche i primi tubolari di alta qualità, ricoperti in seta e utilizzati per i record di velocità – che erano molto in voga in quegli anni.

I tubolari hanno dominato incontrastati nel ciclismo sportivo e professionistico per tutto il Novecento e fino ai nostri giorni. I vantaggi dei tubolari in termini di bassa resistenza al rotolamento e comfort sono validi ancora oggi come ieri. I tubolari di alta qualità utilizzano una carcassa in cotone sulla quale è incollato il battistrada. La camera d’aria è inserita nello pneumatico e le due estremità della carcassa sono poi cucite assieme. I tubolari sono incollati al cerchio con il mastice, il che è un vantaggio in termini di peso (le ruote per tubolare sono più leggere) e di sicurezza (i tubolari non si staccano dal cerchio in caso di foratura).

L’avventura di Vittoria nel mondo del ciclismo è iniziata proprio con la produzione di tubolari, in una piccola fabbrica nel Bergamasco nel 1953. Da allora, i tubolari Vittoria sono stati la scelta dei più grandi ciclisti del passato –  come Merckx, Hinault, Indurain, Pantani e Moser – e sono la scelta dei grandi del presente – come Pogacar, Roglic, Van Aert e Van der Poel.

Vittoria offre una gamma completa di tubolari in cotone di alta qualità. Il Corsa è il top di gamma Vittoria in fatto di pneumatici da strada ed è la scelta dei pro da tanti anni. I punti di forza del Corsa sono la carcassa in cotone e la mescola in grafene, le tecnologie di punta di Vittoria. La carcassa in cotone offre elasticità allo pneumatico, che significa contatto costante con il suolo. Il Corsa Control offre comfort e protezione anche sulle strade più dissestate. Utilizza la carcassa in cotone e un battistrada più spesso per maggiore resistenza alle forature. Il Corsa Speed massimizza la velocità utilizzando una carcassa in cotone e un battistrada più sottile e con mescola in grafene potenziata per diminuire la resistenza al rotolamento il più possibile. Il Rally è il tubolare adatto all’allenamento, grazie alla carcassa in cotone molto resistente e durevole. Juniores è il tubolare in cotone per i giovani campioni di domani, disponibile in misure più piccole.

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