Gran Fondo Valtidone, le emozioni di Angioi: «Abbiamo riportato la gioia di pedalare»

Renato Angioi, organizzatore del Circuito Coppa Piemonte, in una foto d'archivio
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Quando si parla di ciclismo contano più le emozioni delle statistiche. Quando oltre mille appassionati scelgono la gara per la quale hai dedicato tutto il tempo possibile e hai realizzato la giornata sognata, basata su attesa e ripartenza, dimostri che tutto diventa possibile. La Gran Fondo Valtidone è stata una vera e propria matrioska di emozioni come raccontano le lacrime di gioia e le parole di riconoscenza verso tutti di Renato Angioi, patron del Circuito Coppa Piemonte, iniziato ieri e destinato a proseguire seguendo standard organizzativi eccellenti. Su quicicloturismo.it la standing ovation di Angioi è rivolta ai partecipanti, alle aziende, agli sponsor, ai volontari e non solo.

Gran Fondo Valtidone: una giornata emozionate per l’apertura della Coppa Piemonte

Mai come ieri la Gran Fondo Valtidone è parsa il castello ideale per la favola: «Siamo estremamente soddisfatti. Le cose sono andate oltre le nostre aspettative, rispetto a quello che era il momento. In pratica c’erano 1400 iscritti e sono partiti in 1025, 1002 dei quali si sono classificati. Avere mille classificati ritengo che sia un risultato estremamente importante, anche alla luce di chi ci ha preceduto, dove i risultati in termini numerici erano stati molto modesti, la metà di quelli che abbiamo registrato noi. Devo dare atto agli organizzatori che hanno cercato di fare le cose al meglio, cercando di ottemperare a tutte le prescrizioni. Cose non semplicissime da attuare e alle quali non eravamo abituati. I partecipanti mi sono sembrati totalmente soddisfatti, forse perché aspettavano questo momento con ansia e trepidazione. Forse ha avuto torto chi, pur essendo iscritto, non ha voluto prender parte alla gara. Timori che capisco e che fino a quindici giorni fa potevano essere giustificati. Ma oggi il Piemonte e l’Emilia-Romagna sono in zona gialla, quindi c’erano condizioni più favorevoli rispetto a tre settimane fa quando si era tutti in zona rossa».

Angioi è una cascata e un brulicare di emozioni infinite. Per chi vive lo sport e promuove i valori più autentici dei quali si fa promotore, un 25 aprile così è il segnale di un ritorno alla normalità, alla quale hanno preso parte attivamente anche le aziende: «Non mi interessa tanto chi non è venuto, ma voglio ringraziare chi è venuto. Ha fatto del bene agli organizzatori, ma farà bene alle gare che verranno dopo. Perché sarà stata un’iniezione di fiducia e alla fine ci guadagneremo tutti: grazie alle aziende che erano presenti e che comunque supportano il nostro circuito, quelle che hanno supportato la manifestazione. Grazie alle aziende in generale. Senza il ciclismo amatoriale le aziende, che vivono grazie al ciclismo amatoriale, sarebbero state in grossa difficoltà. Sono contento: grazie a quelli che hanno sfidato la pandemia e hanno voluto esserci».

La forza e il coraggio di tornare in griglia di partenza

«L’aspetto agonistico a me interessava molto meno. La gara la fai, lo snodo cruciale era arrivare lì. Un’incognita da due-tre mesi fa, fino a quindici giorni fa. Farli partire, fargli fare una gara in sicurezza è stato bellissimo. Il parterre è stato di buon livello: sono arrivati dalle Marche, dall’Umbria, dal Centro Italia in generale e li ringrazio. Il problema non era l’aspetto tecnico della gara, ma farla partire. E questa credimi è la cosa che gratifica di più. Abbiamo vinto una scommessa che non era facile preventivare e ha richiesto impegno e volontà da parte di tutti, sfidando le proprie paure. Se mi fossi trovato in loro sicuramente avrei avuto timore, non è una malattia con cui si può scherzare. Non lo so se avrei avuto la forza e il coraggio di entrare in una griglia di partenza. Onore e riconoscenza a quelli che l’hanno fatto».

Una gara extra-regionale dal contesto primario della Coppa Piemonte, ma che ha riscosso un successo strepisoto: «Abbiamo avuto la soddisfazione dei numeri in una gara in un paesino di 500 abitanti che non è nel nostro bacino d’utenza, perché noi sostanzialmente siamo radicati in Piemonte: portare la gente in Emilia ha richiesto sacrificio anche da parte loro. Mettendo insieme tutte queste cose, certo che ti devi emozionare: non potevi aspettarti che ci fosse una risposta di questo tipo. Ringrazio, ho ringraziato e li ringrazierò anche per il futuro perché spingeranno gli altri che non sono venuti a riprendere le corse. Hanno mandato un messaggio importante: si può e si deve tornare a correre e quindi servirà per tutti. Un messaggio per ritrovare serenità e tranquillità per tornare a praticare lo sport che amano. Mancava l’adrenalina della gara come mi hanno detto in tanti, il fatto di stare in griglia ad aspettare la partenza e poi scatenarsi. Sensazioni che non ti può dare nessuno, se non la gara. E comunque gli abbiamo ridato la gioia di pedalare in qualche maniera».