Determinato, appassionato di ciclismo, coraggioso, con il ciclismo nel sangue: what else? Emiliano Borgna, presidente dell’ACSI Ciclismo è cresciuto a pane e bicicletta e nel grande caos del mondo moderno vede autostrade dove gli altri non riescono a scrutare nemmeno i sentieri. Il Giro d’Italia Amatori, in collaborazione con Fabio Zappacenere, apre un percorso fatto di grandi sfide da vincere insieme e a quicicloturismo.it Emiliano Borgna, da sempre con la bicicletta stampata nel cuore, racconta i progetti e la forza dello sport per far conoscere le meraviglie del nostro Paese, con l’auspicio che quest’ultimo anno abbia regalato di nuovo la consapevolezza che sono le cose semplici a delineare la differenza nella vita di tutti i giorni.
Emiliano Borgna e un ciclismo per i giovani
«L’idea è nata perché comunque Fabio lo conosco da un po’ di tempo e su tante manifestazioni collaboriamo – ci racconta Borgna – Loro fanno le riprese video e quindi è nata questa collaborazione volta non solo all’organizzazione del Giro d’Italia in se, ma anche alla promozione del ciclismo giovanile con una manifestazione creata grazie ai proventi del Giro d’Italia Amatori. Si cerca di fare quello che sarebbe bello fare: ovvero rendere il mondo del ciclismo amatoriale il traino per il ciclismo giovanile. Questo è il fine».
Il Giro d’Italia Amatori come simbolo di ripartenza e di speranza per tutti: «Purtroppo il Giro l’anno scorso doveva essere nella zona di Acqualagna, ma ahinoi la pandemia non ne ha permesso l’organizzazione e quest’anno si spera almeno di riuscire a farlo e di guardare a una normalità della vita di cui tutti, purtroppo, abbiamo bisogno».
Tesseramenti confermati e valorizzazione del territorio
Il popolo delle due ruote non ha affievolito la sua passione: «Dal punto di vista del tesseramento è una stagione quasi normale. La gente si è tesserata perché c’era la speranza di ritornare a fare attività, ma anche per pensare a un’attività diversa. Lo scorso anno di manifestazioni ce ne sono state poche, ma la gente è andata in bici ugualmente. Quindi il ciclismo in questa triste situazione ne esce secondo me privilegiato. Non abbiamo avuto gli eventi, ma gli appassionati si sono allenati e hanno dato una continuità un po’ a tutto. Un boom nell’utilizzo della bicicletta anche in chiave urbana. Da un po’ di tempo cerco di dire che il ciclismo si era esasperato un po’ troppo e bisognava tornare un po’ indietro. Adesso il Covid ci dà la possibilità di pensare a un modello un po’ diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati».
In uno sport muscolare e creativo come il ciclismo Emiliano Borgna ha trovato la dimensione più affine ai suoi valori. Un ambasciatore, ministro dell’armonia, un paziente tessitore di sottili equilibri che permette al movimento di crescere e abbracciare anche le leve culturali di cui si fa promotore: «La valorizzazione dei territori deve essere uno dei primi obiettivi perseguiti nell’organizzazione degli eventi. La bici deve essere riscoperta e valorizzazione dei territori sia in chiave cicloturistica che agonistica. Ho avuto il babbo che è stato un ciclista e il ciclismo è stato il mio unico sport. Poi ho avuto la fortuna di potermene occupare, da tanti anni sono all’ACSI e ho sempre masticato il ciclismo».