Fabio Zappacenere: «Il Giro d’Italia Amatori nel cuore dell’Umbria. Noi un’eccezione, crediamo nei giovani»

Fabio Zappacenere organizzatore del Giro d'Italia Amatori sul podio delle premiazioni, nell'edizione 2019 (foto: Giro d'Italia Amatori)
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Tra i tanti “centri di gravità permanente” che esistono al mondo, il ciclismo riesce a catalizzare le forze di un gruppo e si candida a diventare un simbolo a cui legare la propria identità, soprattutto per i giovani. La parabola sportiva di Fabio Zappacenere e del Giro d’Italia Amatori adesso cambia leggermente gli orizzonti. Anzi, non li cambia, ma li consolida credendo nel ciclismo quello vero, fatto per passione e con uno sguardo lungimirante rivolto al futuro del nostro bellissimo sport. Dopo i primi 8 anni sotto l’egida FCI, dal 2020 al 2022 arriva un triennio di nuove avvincenti sfide da vincere con l’ACSI Ciclismo di Emiliano Borgna.

Fabio Zappacenere è l’alchimista e mastro tornitore, lucido nelle analisi, all’avanguardia nelle scelte che conosce il ciclismo sotto ogni sua sfumatura: corridore fino ai dilettanti, ha vinto 54 corse in carriera ed è stato compagno di squadra di Francesco Cesarini, vincitore del Giro d’Italia dilettanti nel 1982. Da Ponte Felcino di Perugia, un giorno, sceso dalla bagarre del gruppo, è rimasto “in scia” con l’ammiraglia diventando direttore sportivo della Centro Magazzini Pesciarelli di Magione. Oggi a quicicloturismo.it racconta la sua avventura nel ciclismo e la sua visione con una finestra aperta sui desideri dei giovani, la base e il pilastro per garantirsi i campioni del domani.

Fabio Zappacenere: «Amatori e giovani, il cuore del ciclismo»

Dalle parole di Zappacenere sgorgano note pulite come dalle corde di uno Stradivari: «A me il ciclismo piace. Dobbiamo ringraziare gli amatori che investono, ma gli organizzatori dovrebbero investire nei giovani. Forse sarò l’unico in Italia che lo fa, ne conosco veramente pochi nel settore. Io ci credo, se non ripartiamo dal settore giovanile, il ciclismo finisce. Dico sempre grazie agli amatori, il mio motto è questo, ma vedo che in molti non lo fanno. Se non scappa qualche campione dai ragazzini, non possiamo pretendere che escano i futuri professionisti dagli amatori. Senza gli amatori sarebbe però un problema per chi vende le bici, sono il cuore pulsante del movimento».

La challenge riservata ai giovani è confermata per il 2021 e le maglie da assegnare sono delineate: «Al 99% l’evento si farà, sto presentando tutte le domande, il percorso è pronto. Il 2, il 3 e il 4 luglio. Ho fatto sempre il Giro per aiutare i giovanissimi e il ciclismo giovanile. Il 1° luglio il giovedì dentro la pista di Perugia, farò un evento su pista per i giovanissimi e gli esordienti. Il venerdì e il sabato sulla pista ciclabile di Perugia le prime due tappe: un chilometro lanciato e poi per categoria, in base agli iscritti, farò una gara a eliminazione fino alla volata decisiva. La terza giornata sarebbe il Giro del Lago Trasimeno: 93 chilometri in totale, di cui 7 di trasferimento. Il Giro è a punti e ci sarà la divisione per categorie con maglie speciali: fino a M4 la maglia sarà rosa, da M5 a M8 un’altra maglia e poi la maglia delle donne».

Tra giovani e amatori, il fil rouge del suo ideale non muta e mira a obiettivi bellissimi da raggiungere con precisione e coraggio: «Torneremo ad Acqualagna e nella zona della Gola del Furlo nel 2022 quando la situazione sarà più tranquilla. Da umbro per stare più sicuro l’ho organizzato in Umbria. Il Giro d’Italia Amatori tornerà come grande appuntamento nel 2022 e nel frattempo sto trattando anche con il Lazio per fare una tappa della challenge dedicata ai giovani. Ho richieste dalla Calabria e dal Veneto. Quest’anno ho spostato l’evento a luglio, per avere margine di sicurezza, ma l’anno prossimo torneremo come da tradizione nel ponte del 2 giugno».