Eccoci giunti al secondo episodio di #LivYourLife. Giulia è una giornalista che lavora per Eurosport e si occupa principalmente di basket e ciclismo. A partire da questa estate lei ci ha introdotte al mondo del professionismo con una guida sulle gare e i team ma non solo, infatti il suo articolo sull’acquisto della prima bici da corsa è stato uno di quelli più apprezzati.
Ora è il momento di continuare a pedalare insieme, con una nuova bici, e trovare nuove motivazioni e obiettivi.
“Il 2021 si è svegliato dopo un anno di pandemia che ha bloccato il mondo dello sport e non solo. Di conseguenza, anche nel mio lavoro di giornalista mi viene da dire “testa bassa e pedalare”. E io pedalo eccome: l’11 febbraio inizio la mia terza Coppa Italia di basket e sarò l’unica donna in tv in una competizione maschile. Poi si passa alle Classiche di Primavera, incrociando tutte le dita sperando che vada sempre tutto bene, e da lì un continuo salto dal basket al ciclismo, dall’Eurolega al Giro d’Italia. Ma a me piace tanto questo continuo cambiare: mi stimola e mi motiva. Anche perché poi, per rimanere concentrata, la soluzione è sempre la stessa: in sella alla mia bici e via, senza pensare”.
Dare sempre il 100%
Giulia è una ragazza con obiettivi molto chiari e una grande forza di volontà infatti, proprio in un periodo come questo non abbattersi è a dir poco fondamentale.
“I miei obiettivi mi portano sempre a spingere l’asticella verso l’alto. Non importa quale sia la competizione, io devo sempre dare il mio 100%, soprattutto adesso che le persone sono obbligate a vedere gare e partite da casa. Io voglio poter essere i loro occhi, per vedere quello che non vedono e la loro voce, nel celebrare un atleta nel modo più appropriato”.
Giulia, con cui speriamo di pedalare a breve tutte insieme, utilizza una Liv Avail Advanced Pro 1 un modello adatto a chi vuole fare chilometri senza affaticarsi e con un buon compromesso tra peso e reattività.
Ma la sua prima bici qual è stata?
“Una cosa che non sapete di me è che la mia prima bici era rossa, come quella di mio nonno. Me l’aveva comprata lui e lui mi ha insegnato a pedalare senza rotelle, guidandomi con una canna di legno in mano, che per tagliarla s’era fatto fuori un dito. Lui avrebbe voluto vedermi sempre in sella, ma io ho scelto il basket. Mi accompagnava comunque agli allenamenti, in silenzio, con le parole crociate in mano. Che tanto le sapeva sempre tutte, di sport, cultura e vita. I nonni sanno sempre tutto, anche che un giorno avrei lasciato il basket per il ciclismo”.