ACSI: «Nessun accordo, inaccettabile che FCI tenti di imporre il controllo su manifestazioni e società»

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Dopo l’atteso incontro convocato dalla Federazione Ciclistica Italiana in merito alla sospensione del patto di reciprocità con ACSI, l’Associazione Italiana di Cultura Sport e Tempo Libero ha pubblicato un comunicato, firmato dal responsabile nazionale ACSI ciclismo Emiliano Borgna, chiarendo sostanzialmente che tra i due enti, nell’incontro di ieri, non si è arrivati a un accordo e non è stato raggiunto nessun risultato concreto. Di seguito il comunicato.

Il comunicato

L’ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero – ha partecipato oggi, con senso di responsabilità e rispetto istituzionale, all’incontro convocato dalla Federazione Ciclistica Italiana in merito alla sospensione della convenzione tra i due enti, anche per eventualmente discutere su una nuova convenzione.

Abbiamo ritenuto doveroso esserci, nel rispetto del movimento ciclistico, delle società, degli organizzatori e dei tanti appassionati che chiedono chiarezza e unità. Tuttavia, l’incontro non ha prodotto alcun risultato concreto. La FCI ha ribadito la propria volontà di gestire tutte le Gran Fondo, rivendicando un presunto diritto di esclusiva organizzativa che non trova alcun fondamento normativo italiano e neppure nei regolamenti internazionali.

Una posizione che di fatto nega la libertà associativa riconosciuta agli Enti di Promozione Sportiva e contrasta con i principi di collaborazione sanciti dallo stesso sistema sportivo nazionale. Tale comportamento conferma la volontà di chiudere un rapporto costruito negli anni con rispetto reciproco, impegno e risultati concreti. L’ACSI non può e non vuole cedere a logiche che nulla hanno a che vedere con lo sport.

Riteniamo inaccettabile che una Federazione tenti di imporre il controllo su manifestazioni e società che da anni operano con professionalità, sicurezza e qualità riconosciute da tutti — istituzioni comprese. «Siamo andati all’incontro per rispetto, non per arrenderci. L’ACSI continuerà a difendere la libertà dello sport, i diritti delle società e la dignità del movimento ciclistico amatoriale».

L’ACSI resta aperta al dialogo con il CONI e con il Ministero dello Sport, convinta che il futuro dello sport italiano passi dalla collaborazione, non dalle prese di posizione. Lo sport non può essere gestito come un monopolio, ma come un bene comune che tutti dobbiamo difendere far crescere e preservare“.