È ancora lontana dalla soluzione, purtroppo, la vicenda tra FCI e ACSI (qui il sito ufficiale). Ma all’orizzonte qualche schiarita inizia a intravedersi, e lo speriamo tutti. Per vederci più chiaro, abbiamo raggiunto al telefono Gianni Cantini, presidente del SAN, Settore Amatoriale Nazionale della Federciclismo. È l’organismo che gestisce e regolamenta l’attività ciclistica non agonistica e amatoriale in Italia. Grazie al presidente Cantini abbiamo cercato di capire meglio la situazione e gli eventuali risvolti.
Presidente Cantini, iniziamo dalla domanda più scontata. Perché FCI ha sospeso la convenzione con ACSI?
«Il motivo primario è dovuto al fatto che la convenzione in oggetto prevede che determinati eventi fossero di esclusiva pertinenza federale. Lo abbiamo spiegato nel comunicato diffuso. Ho ricevuto l’incarico a fine marzo e da allora, parlando con i dirigenti ACSI, mi sono confrontato spesso con loro per capire quale fosse il motivo per cui non rispettassero determinati accordi».

Quindi il problema è di lunga data?
«Il confronto con ACSI non è iniziato certo due settimane fa, ma va avanti da sette mesi. Avevamo anche raggiunto un accordo che però non è stato rispettato. Poi, a inizio ottobre, la situazione è precipitata e siamo stati costretti, nostro malgrado, a sospendere la convenzione. Questa cosa genera problemi a tanti appassionati, a tante società. Genera confusione. Ne eravamo coscienti nel momento in cui l’abbiamo proposta al Consiglio federale, ma non c’erano alternative».
Nell’accordo di convenzione si legge, articolo 3.5, che le GF che superano i 120 chilometri sono di esclusiva competenza della Federazione. È stato quello il problema?
«Quella tipologia di manifestazioni, che superano i 120 chilometri, doveva essere esclusivamente di competenza della Federciclismo. È un passaggio condiviso in tutte le convenzioni con gli enti».
Perché?
«La Federciclismo ha un ruolo di controllo, deve fornire delle regole da seguire. È questo il suo compito e vale per tutti gli sport. E l’accordo era di mantenere l’esclusività organizzativa per questi eventi alle società affiliate alla Federazione Ciclistica Italiana».
ACSI quindi non poteva organizzare eventi agonistici che superassero i 120 chilometri?
«Diciamo che quella cosa in passato era tollerata e probabilmente si trattava di accordi verbali. Al cambio del quadriennio, FCI ha fatto presente ad ACSI che intendeva avvalersi del rispetto di questa esclusività. Ma ACSI è stata avvertita per tempo, ne avevamo già parlato più volte. Tutti gli altri enti hanno rispettato questa regola, ACSI purtroppo no».
La Federciclismo forse non poteva gestire il tutto un po’ meglio come comunicazione?
«Noi della struttura tecnica amatoriale nazionale non ci occupiamo di comunicazione. La FCI cerca di comunicare in modo chiaro e ci sono degli organi preposti a farlo».
È sembrata come la volontà di spostare l’argomento per coprire gli aumenti varati una settimana prima?
«No, assolutamente. Le motivazioni sono estremamente semplici: una violazione di fatto degli accordi stabiliti nella convenzione e un reiterato rinvio da parte di ACSI nel trovare una soluzione al problema. Per quanto riguarda gli aumenti, quelle sono scelte di carattere politico e amministrativo generale della Federazione e non sono di mia competenza».
Quindi una mediazione con ACSI si è cercata già prima?
«Certamente, l’abbiamo cercata e la continuiamo a cercare nell’interesse di tutti. Una era a portata di mano qualche giorno fa, poi è sfumata, purtroppo».
Quindi vi siete incontrati?
«Sì, ma non abbiamo raggiunto un accordo. Abbiamo ora un incontro già fissato per il 4 novembre, per parlare di come gestire il problema. Questo sempre se ACSI parteciperà, spero di sì».
In che senso?
«In questi giorni stiamo rinnovando le convenzioni di tutti gli enti, ne abbiamo rinnovate parecchie. L’incontro è previsto per il 4 novembre. Per il momento con gli altri enti abbiamo trovato l’accordo e contiamo e speriamo di arrivare a una soluzione anche con ACSI. Siamo interessati a far sì che l’attività si svolga all’interno di regole condivise».

L’accordo di convenzione in cosa consiste?
«La convenzione è un accordo per tutta l’attività ciclistica: si parla anche di organi di giustizia e corsi di aggiornamento. È previsto dal Coni che gli Enti si dotino di una convenzione con le Federazioni sportive per svolgere la loro attività. Con tutte le federazioni sportive nazionali, non solo con FCI. Non è un optional, ma una necessità per l’Ente. È una condivisione di regole».
È un problema anche economico, in cui rientrano le ormai “famose” Bike Card che hanno un costo di 10 euro?
«No, assolutamente, non abbiamo mai parlato di Bike Card. Noi stiamo proponendo una nuova versione della convenzione che ha delle novità importanti, ma le Bike Card non sono la parte centrale. Il problema con ACSI non dipende dalla Bike Card. Sinceramente non so nemmeno se le Bike Card resteranno anche negli anni prossimi».
Ma cosa potrebbe succedere in caso di mancato accordo tra FCI e ACSI?
«Non ci voglio neanche pensare. Arriveremo a un accordo condiviso».
In mancanza di questo?
«Il regolamento degli enti di promozione sportiva prevede tre livelli di attività: promozionale, ludica e agonistica prestativa. Quest’ultima attività può essere svolta dall’EPS nel rispetto dei regolamenti delle Federazioni, con un’apposita convenzione. In mancanza di questa, un EPS non potrebbe organizzare manifestazioni agonistiche prestative, quelle per intenderci nelle quali si attacca il numero dietro le spalle e c’è una classifica finale».
Ma al momento i tesserati ACSI possono stipulare una tessera giornaliera per partecipare a eventi FCI?
«Su questo preferisco non esprimermi perché è un argomento molto delicato».
Ci spieghi meglio…
«La tessera giornaliera è uno strumento nato per permettere a chi non è tesserato di partecipare a una singola manifestazione in un determinato giorno. Ma se un ciclista possiede una tessera con un ente e ha un’attività continuativa, a mio avviso non può usufruire di una tessera giornaliera. Sarebbe un doppio tesseramento e non è permesso dai regolamenti sportivi. E questo lo abbiamo cercato di chiarire in un comunicato interno della Federazione».
All’incontro del 4 novembre di cosa si parlerà?
«ACSI, come CSI e UISP, aveva un accordo di convenzione con noi con un tacito rinnovo annuale, salvo disdetta. Noi a settembre abbiamo comunicato ai tre enti che non ci saremmo più avvalsi del rinnovo automatico, ma che avremmo ridiscusso il testo. Il 4 novembre, alle ore 15, ci sarà questo incontro. Spero che ACSI sarà presente. E’ nostro interesse arrivare a un accordo».












