LaMitica, a Castellania Coppi continua il Giro d’Italia d’Epoca

LaMitica
LaMitica è stata la settima tappa del Giro d’Italia d’Epoca.
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È andata in scena a Castellania Coppi la dodicesima edizione de LaMitica Ciclostorica, settima tappa del Giro d’Italia d’Epoca una rievocazione attenta e curatissima del ciclismo dei tempi di Fausto Coppi nelle sue terre che furono generose di campioni – anzi di campionissimi – come Cuniolo, Girardengo, Carrea, Milano, Giacobbe e molti altri noti e meno noti.

La manifestazione, curata dallo staff del contest Bellezze in Bicicletta/Tortona Retrò che accoglie i pedalanti a Tortona con musica, danze, sapori, colori (quest’anno rosso come la Vuelta che passerà dal Piemonte a fine agosto, come fu giallo l’anno scorso per il Tour)- e dallo staff dell’Associazione I Colli di Coppi ASD si è svolta nel minuscolo, delizioso borgo dedicato interamente a Coppi come un museo diffuso e trasformatosi per l’occasione nel Villaggio Mitico.

La Cena de LaMitica del sabato sera, curata da Fuga di Sapori della Cooperativa Idee in Fuga di Carmine Falanga ed in collaborazione con la Nuova Proloco San Alosio, allestita con un menu speciale dedicato a LaMitica è buona in tutti i sensi: sapori locali che si trovano solo qui, come il formaggio Montébore e il Tartufo Nero, le Pesche di Volpedo, le Ciliegie di Garbagna e il vino Derthona Timorasso, cucinati alla perfezione, ma buona anche perché a prepararla sono stati i carcerati di Alessandria con cui questa cooperativa lavora per dare formazione, dignità e seconde opportunità. 

La cronaca della giornata

La giornata è caratterizzata dal grande caldo, ma basta muovere i pedali e tutto torna: la bellezza dei Colli di Coppi, a cui il percorso disegnato da Pietro Cordelli fa onore, rigogliosi nonostante tutto. Le soste, più numerose e curate del solito, con particolare attenzione al refrigerio e all’idratazione, e passaggi nella storia e nella cultura come Volpedo e il suo Quarto Stato riprodotto sul muro. E l’arrivo a Tortona, accolti da una vera festa in piazza.

Lì, musica e danze dalle atmosfere vintage hanno accompagnato il più grande dei ristori, con la vivace ed animata presenza delle “Bellezze in Bicicletta” oltre alcune realtà associative no profit.

I due percorsi de LaMitica

Dopo un breve discorso del Sindaco Federico Chiodi, lì i percorsi si sono separati. Il percorso Corto si è diretto al traguardo di Castellania Coppi, per il Lungo e l’Hors Catégorie di 85 e 100 chilometri è iniziata la parte dura della giornata, non prima di aver fatto sosta e ristoro nella sede storica della SIOF, squadrone ciclistico attivo tra gli inizi degli anni ’40 e la metà degli anni ’50, vera università del ciclismo sotto la guida del massaggiatore cieco Biagio Cavanna. Da lì in poi sono infatti cominciate le salite, anche del termometro e i mitici pedalanti eroici hanno dovuto affrontare le salite a Sant’Agata Fossili (l’Hors Catégorie) e quella della Rampina (entrambi) nel momento più caldo.

Anche l’arrivo non era una passeggiata, trovandosi Castellania Coppi in cima a una lunga salita, ma ad attendere i finisher c’era un meraviglioso Agnolotto Party finale a base di agnolotti, roast beef, verdure pastellate e birra.

La conclusione è stata, al solito la premiazione di eleganza e coerenza dei partecipanti per epoca di atleta e bici da parte del Giro d’Italia d’Epoca e di AVI e ASI oltre ai premi e omaggi assegnati direttamente da LaMITICA.

Il prossimo appuntamento del Giro d’Italia d’Epoca sarà la Vinaria di Carube a Lucca. Una “festa in famiglia”, quella del clan di Roberto Lecioni, noto come Carube, meccanico di campioni come Cipollini, che si estende a sorpresa a ospiti illustri del mondo del ciclismo e no, che ci porta ogni anno attraverso le Ville e le vigne lucchesi, con un percorso duro e bellissimo. La Vinaria, ottava tappa del GIdE, è al suo primo anno nel circuito.  

Le ruote nella polvere, lo sguardo nel futuro

Superata la metà del calendario – alla sua settima tappa annuale su 13 –  il Giro d’Italia d’Epoca, si conferma una vetrina del grande Movimento Ciclostorico e una grande, unica destinazione cicloturistica diffusa.

Con le biciclette d’epoca, l’abbigliamento non tecnico in materiali naturali, l’approccio lontano dalle competizioni e vicino al fair play, è un efficace promotore dello sviluppo dei territori rurali di un’Italia ancora da scoprire e un turismo lento e più rispettoso, ispirati da una forte consapevolezza ambientale e impegno sociale.

Il nuovo motto infatti ben rappresenta la visione del Giro d’Italia d’Epoca che con “le ruote nella polvere, lo sguardo nel futuro” vuole celebrare il ciclismo di un tempo e portarlo a modello di un nuovo modo di viaggiare e di vedere il mondo.