ACOL: il nome è nuovo, ma il passato è ricco di storia

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C’è un nuovo nome che si affaccia nel panorama mondiale. Si chiama ACOL ed è un nuovo brand creato da Alessandro Colnago, nipote di Ernesto Colnago, e supportato dall’avanguardia ingegneristica coreana. Una nuova visione audace per il design di biciclette di alta qualità, una filosofia che si basa su esperienza diretta, dedizione e innovazione. 

Al fianco di ACOL c’è infatti Wiawis, un brand pioniere nel settore del tiro con l’arco, con oltre 30 anni di esperienza. Marchio che ha conquistato la fiducia di oltre il 50 per cento degli atleti olimpici, diventando leader di mercato.

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Espandendosi nell’industria delle biciclette, Wiawis ha applicato la sua maestria nella lavorazione del carbonio per creare telai innovativi. Nelle biciclette ACOL troviamo infatti l’utilizzo di metodi di lavorazione estremamente avanzati che prevedono l’utilizzo del grafene e la nanotecnologia, per offrire un’assorbimento delle sconnessioni senza eguali, un controllo preciso delle vibrazioni e un equilibrio perfetto tra elasticità e flessibilità.

Altro elemento distintivo dei telai ACOL in carbonio è relativo proprio al materiale composito. Wiawis produce autonomamente le fibre preimpregnate che poi daranno vita alle strutture, utilizzando i propri macchinari. Modalità che consente di controllare con la massima precisione l’uniformità degli strati che poi saranno immessi negli stampi per la creazione delle parti monoscocca.

Per il 2025 la linea delle biciclette ACOL consta di cinque modelli. Sono la SL, la Divinus, la Tuscia (dedicata al mondo gravel), la DNA (che è la rivisitazione di un grande classico) e la TXT per la pista. Andiamole a vedere nel dettaglio partendo dalla prima.

SL XP, l’allrounder superleggera

La SL XP è l’allrounder della gamma ACOL, con un telaio estremamente leggero da 686 grammi nella misura M, e caratterizzata da delle tubazioni tondeggianti per quanto riguarda il telaio. In esso sono contenute tutte le tecnologie più all’avanguardia a disposizione di ACOL, iniziando ovviamente dalla presenza del grafene nel blend del monoscocca.

Consente il transito di coperture sino a 32 millimetri di sezione, e viene proposta in due colori e quattro taglie. Tra le altre particolarità, ci sono il movimento centrale irrobustito per garantire la massima rigidità ma unito ad un carro dai pendenti sfinati, ed il transito totalmente interno dei cavi.

Divinus, l’aerodinamica di ACOL

Imprescindibili in qualsiasi collezione di biciclette, i modelli aerodinamici fanno bella vista anche nella gamma di ACOL. Usiamo il plurale non a caso perché la Divinus si declina in due versioni. Quella standard presenta un telaio da 1.035 grammi, mentre c’è anche la variante XP più preziosa con telaio da 885 grammi.

Gli elementi che sicuramente balzano immediatamente all’occhio sono le forme ovviamente aerodinamiche, l’estrema cura della transizione della testa della forcella e il rinforzo tra piantone e orizzontale, che contiene anche il morsetto del reggisella. La tolleranza per le gomme arriva anche qui a 32 millimetri, e viene proposta in sei misure.

Tuscia, l’interpretazione del gravel

Sei misure e peso estremamente leggero (siamo a 880 grammi per il telaio di misura M) anche per la Tuscia, il modello gravel della gamma di ACOL. Ci sono sei misure ed una capacità di ospitare coperture sino a 45 millimetri di sezione. Nonostante gli innesti sulla forcella e sulla zona superiore del tubo orizzontale che lo proiettano in un utilizzo adventure, ha tutte le carte in regola per essere impiegato anche in un ambito gravel race.

Chi opterà per Tuscia potrà poi scegliere fra tre colori (cream white in foto, rosso perlato o nero perlato) e con una chicca non da poco. Sul tubo obliquo, e accessibile tramite una semplice “maniglia” da ruotare, si trova uno spazio protetto per riporre con cura ciò che potrebbe servire per un’uscita avventurosa. Che sia il kit per le forature, mantellina, cibo extra etc…

Dna, il ritorno delle congiunzioni

Se si nomina Colnago, anche se con un altro protagonista e in ben altro contesto, comunque non si può prescindere dalla storia che questo cognome scatena nell’immaginario dei ciclisti. Il Dna infatti propone carbonio (in questo caso il Winact-G1, lo stesso degli altri modelli ma in un allestimento differente) unito tramite congiunzioni per un telaio da 990 grammi complessivi.

L’operazione di far rivivere il celeberrimo C40 può poi dirsi definitivamente completata se si pensa che viene proposto senza sostanzialmente fare sconti alla modernità. Solamente in versione rim brake e per gomme sino a 25 millimetri di sezione.

Txt, con ACOL anche nei velodromi

Per chiudere l’offerta, ACOL mette sul piatto anche due telai da pista. Il Txt Pro con reggisella e manubrio integrato ha forme più complesse, ad iniziare dalla forcella che va a coprire il tubo frontale, ed è maggiormente dedicato alle prove di velocità. Oppure in alternativa c’è il Ttx SD dalle sagome più semplici, che offre una buona facilità di regolazione del fit e migliore maneggevolezza.

Per informazioni: www.acol.bike