Massimo viene da Reggio Emilia ed è la prima volta che partecipa alla 5MILA Marche. L’esordio è stato memorabile: è stato tra i migliori della Extreme, 273 km e più di 5.000 metri di dislivello, e domani correrà anche il lungo. “Non bisogna abituarsi al medio, altrimenti non si va mai avanti – scherza – Ma domani pedalerò godendomela con Christian e Dario, i miei due compagni della Unione Ciclistica Arcetana”.
Massimo, quanto si deve pedalare per coprire 274 chilometri e oltre 5.000 metri di dislivello in dieci ore e mezzo circa?
“Io personalmente il giusto e l’onesto. Quest’anno sono a 7.000 chilometri complessivi, ogni tanto corro a piedi e in bicicletta è la prima gara lunga di questa stagione. Sono tutto fuorché un fissato, insomma”.
E come hai fatto a gestirti, allora?
“Le gambe sono state clementi, così come il meteo. Nelle randonnée, la tattica è sempre quella: trovare un gruppetto con cui sopravvivere, da soli non si va da nessuna parte”.
Siete arrivati in quattro.
“Ci siamo annusati, trovati e conosciuti lungo la strada. Senza stress e senza fretta: ad uno di noi sono caduti gli occhiali e lo abbiamo tranquillamente aspettato, perché se non ci si aiuta è finita. Ognuno ha fatto la sua parte e siamo arrivati sì stanchi, ma lucidi”.
Qual è stato il momento più difficile?
“Fino al secondo ristoro, posto a Sassotetto dopo un centinaio di chilometri, l’andatura è stata folle. Poi, naturalmente, il gruppo si sgrana e ognuno trova i suoi compagni. Ho sofferto anche nel finale. Soltanto gli ultimi dieci chilometri sono in pianura, è incredibile quanto siano duri e nervosi i percorsi marchigiani”.
Come si allena uno sforzo del genere?
“Io, al massimo, mi concedo tra i 130 e i 150 chilometri la domenica, ovviamente con un bel dislivello. Farne di più mi sembrerebbe insensato ed esagerato: non siamo atleti professionisti, abbiamo una vita e molto dipende da come ci si sveglia il giorno dell’evento”.
Come ti sei alimentato?
“Avevo dietro alcuni gel, per il resto mi è bastato fermarmi ad ognuno dei quattro ristori. Personale disponibile e cibo in abbondanza: non mancava niente. Il bello delle randonnée, anzi, è proprio questo”.
Spiegati meglio.
“Ai ristori bisogna fermarsi per il timbro e una volta fermi viene naturale rifocillarsi. Cinque, dieci minuti: quello che serve. E poi si riparte: con calma, senza la tensione che si respira in altre occasioni”.