Chi non ha sognato almeno una volta nella vita di scalare il Passo dello Stelvio? A noi è capitato parecchie volte, per fortuna, l’ultima proprio ieri. Siamo venuti a Bormio, centro nevralgico per dare l’assalto a molti passi mitici. Un punto perfetto per muoversi tra montagne che hanno fatto la storia del ciclismo. Tra queste c’è proprio il Passo dello Stelvio.
Due lati magnifici, uno da Prato e uno proprio da Bormio. Due versanti lunghissimi, oltre i venti chilometri, che portano a 2.758 metri di quota, sul “tetto d’Italia”. E soprattutto tanti, tantissimi tornanti. Ben 48 dal lato altoatesino, 40 da quello lombardo. Una serpentina infinita che porta verso il cielo affrontata anche da La Stelvio Santini.
Siamo sulle Alpi Retiche e questa è una di quelle salite che racconti agli amici e che magari romanzi anche un pochino. Quindi quando ti trovi alla sua base, a Bormio, vale la pena scalarla, qualsiasi sia il meteo.
Faceva freddo ieri a Bormio, circa 7 gradi, e le previsioni atmosferiche non promettevano niente di buono. Due gradi in cima e rischio neve. Previsioni che si sono verificate.
Da Bormio i chilometri sono 21. I tornanti ben 40, ma i cambi di pendenza sono limitati, poiché questa è una strada creata per i trasporti e perfezionata in epoca militare, costruita nel 1825.
Collega oggi la Valtellina dalla Val Venosta e l’anno prossimo compirà 200 anni. Pensate che ci sono voluti soltanto cinque anni per costruirla, su progetto dell’ingegner Carlo Donegani. Ma la storia dello Stelvio inizia molto prima.
Passo dello Stelvio: dalla Grande Guerra alla storia del ciclismo
E’ un passo che fino alla prima Guerra Mondiale ha rappresentato un’importante via comunicazione per il passaggio delle merci verso il territorio austriaco e tedesco, ma anche con la Svizzera attraverso il Passo Umbrail. La strada serviva soprattutto per il trasporto del vino. Per la sua importanza veniva mantenuta aperto tutto l’anno.
Con la Grande Guerra il suo scopo cambiò e divenne prettamente difensivo-militare. Era l’unico fronte militare in quota e i soldati dovevano combattere con il nemico e con una natura ostile. Terminato il conflitto entrambi i versanti diventarono italiani.
Il boom economico turistico è recente e adesso il Passo è diventato il regno dello sci d’inverno e di ciclisti e amanti degli sport outdoor d’estate. Si trova all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935, un territorio protetto che ricade in Trentino, Alto Adige e Lombardia di 130.700 ettari, custode di una biodiversità incredibile. Regno di aquile, cervi, stambecchi e marmotte.
Se volete scoprire la storia della strada dello Stelvio, il prossimo anno nascerà un museo al centro di Bormio che parlerà proprio di questo. Racconterà le storie degli uomini che l’hanno costruita.
Se volete invece scalare il mito, non vi resta che recarvi a Bormio per regalarvi una giornata da leggenda. Una di quelle da raccontare agli amici.