Italian Bike Festival, un successo targato ACSI

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Un format che piace quello dell’Italian Bike Festival. Innovativo, moderno, ma anche un format targato ACSI Ciclismo. Il salone italiano della bici sta festeggiando nei paddock del Misano World Circuit la sua settima edizione, con tre giorni di eventi, e allieterà i visitatori fino a stasera alle ore 18. Per entrare non si paga nulla, ci si deve soltanto registrare presso la segreteria. Una fiera nata tra la gente (le prime edizioni si sono svolte a Rimini sul lungomare) e che è rimasta tra la gente. Tre giorni (dal 13 al 15 settembre) di expo, eventi, social ride, chiacchiere, attrazioni, presentazioni, personaggi famosi, Gran Fondo e tanto altro. Ma soprattutto, tantissimi visitatori, che hanno affollato gli stand già venerdì sotto il diluvio e hanno riempito l’expo sabato e domenica. Ne abbiamo parlato con Emiliano Borgna, vicepresidente ACSI e presidente di ACSI Ciclismo.

Emiliano, l’Italian Bike Festival può essere considerato l’expo della bici più partecipato in assoluto?

«Aspettiamo i numeri per giudicare, ma saranno altissimi anche quest’anno, ne sono sicuro. Di certo IBF è il salone della bicicletta più divertente. Su questo non ci sono dubbi»

Una fiera diversa da tutte le altre…

«La formula è stata vincente fin da subito. Si partecipa all’Italian Bike Festival perché ti senti parte di una grande comunità che ama il ciclismo e che lo pratica, lo guarda e ne parla».

Qual è il segreto dell’IBF, soprattutto da quando è qui a Misano Adriatico?

«Conosco tanta gente che torna ogni anno. Qui si viene perché c’è un evento in cui si dialoga, in cui si possono testare biciclette e parlare con chi le produce, Puoi approfondire e affrontare temi sul ciclismo, tocchi con mano i mezzi che troverai sul mercato. Ma soprattutto hai un contatto diretto con il brand. Una cosa che non avviene da nessun’altra parte».

Può essere considerato a tutti gli effetti una sorta di parco giochi della bicicletta?

«Ci sono tante peculiarità che rendono questo format unico nel suo genere. Il richiamo del circuito di Misano, per chi è appassionato di due ruote, è fortissimo. I ciclisti spesso sono amanti delle moto e viceversa. Qui domenica scorsa ha girato la Moto GP. E replicherà domenica prossima…
Poi oggi con La Gialla i ciclisti hanno potuto effettuare un giro completo del circuito alla partenza della manifestazione. E’ un’occasione davvero particolare. Tutta questa partecipazione è il risultato di un grande lavoro e di tanto impegno degli organizzatori, che sono stati bravi a capire anche i bisogni degli appassionati».

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E’ un modello che si può esportare?

«Questo non lo so, ma di sicuro è il modello del futuro. Le fiere dentro i padiglioni sono fredde e costano molto. Qui invece c’è il contatto diretto con l’azienda, senza intermediari. Ci sono i campioni, ci puoi parlare, stringergli la mano, chiedergli un autografo o un consiglio di guida. Sono tutte piccole cose che fanno la differenza».

Il contatto con la gente fa la differenza?

«La gente ha sempre più voglia di incontrarsi e di parlare. Forse di rifare quello che un tempo si faceva nei negozi, dal meccanico, soprattutto a livello locale, dove si andava a fine allenamento a raccontare l’uscita. Qui si scambiano opinioni con chi è appassionato come te. E puoi farlo con gli esperti del settore».

E in più, una fiera targata ACSI…

«Si, siamo nati insieme e cresciuti insieme. E’ un punto di orgoglio per noi di Acsi, ci abbiamo creduto. Stamattina al via c’era Mario Cipollini e Vincenzo Nibali. Per loro e per noi è un grande attestato di stima avere questi campioni al via. Significa che il percorso è giusto e che bisogna continuare così per il futuro».

Un’ultima battuta proprio sul futuro, del ciclismo però. Come lo vedi?

«Il futuro è nei rapporti personali e nelle manifestazioni che creano eventi a 360 gradi, per tutti. Per le famiglie, per i bambini. I nostri dati sono alti, Acsi ha chiuso ad oltre 54 mila tesserati. Ma il movimento non è come prima, si è evoluto. I ciclisti vanno agli eventi per cercare un’esperienza e vanno a scegliere la manifestazione che possono raccontare agli amici, la sfida. L’interesse si mantiene forte, alcune prove tengono benissimo. E ci sono eventi nuovi che crescono, anche differenti, come il Suzuki Bike Day. Esistono realtà che funzionano perché propongono qualcosa di nuovo. La gente cerca questo, cerca divertimento. Dobbiamo essere bravi noi a farci trovare pronti al cambiamento».