Il sogno di Tarek: una pista ciclabile che colleghi tutta la Tunisia. Da Tabarka a Ben Gardane

Tarek
Tarek Hassan Ben Amor in bici a Tabarka
Tempo di lettura: 5 minuti

Nato in Tunisia ad Hammam Sousse, città famosa per aver dato i natali al secondo presidente della Tunisia Zine El Abidine Ben Ali, in carica dal 1987 al 2011, Tarek Hassan Ben Amor si trasferisce nel 1988 (a soli 22 anni) a Bolzano. Dopo oltre trent’anni nel nostro paese, l’italo-tunisino ha imparato ad apprezzarne pregi e difetti, con l’intenzione di riportare qualche bella idea anche nella sua Tunisia.

Tra i lati positivi, Tarek, coglie la capacità avuta dalla città trentina di costruire nel giro di pochi anni una ciclabile che copra tutta il territorio della provincia bolzanina: «La pista attraversa per gran parte della provincia ed è molto usata da tutte le persone del posto. Essendo molto lunga, oltre 69 km, permette di raggiungere comodamente ogni angolo della città e dei comuni limitrofi. Per me si tratta di un progetto molto intelligente e ben fatto, considerando che si partiva da un piccolo tratto di neanche 12 km costruito negli anni ’90».

Immagine della ciclabile di Bolzano

Il sogno di Tarek è quello di replicare l’opera trentina anche nella sua città natale: «Quando torno a casa dico sempre che noi dovremmo prendere ad esempio quello che è stato fatto a Bolzano e provare a ripeterlo. Bolzano è una città ricca, tutti possiedono almeno una macchina. Nonostante ciò il 40% delle persone si spostano con la bici. Secondo me questo è un bellissimo messaggio. Città con il meteo e lo spazio come le abbiamo in Tunisia dovrebbero fare altrettanto. Ovviamente bisogna trovare i fondi e qualcuno che creda nel progetto. Ma iniziando con Hammam Sousse, che è una città che si basa molto sul turismo, la possibilità di girare in bici renderebbe la vita di tutti più comoda e sicura, oltre che porterebbe tantissimi posti di lavoro. Sia per costruire la ciclabile, sia posizionando attività commerciali lungo il tratto».

Tarek, però, non si vorrebbe limitare a Hammam Sousse, ma ambisce a una ciclabile che possa mettere in collegamento tutta la nazionale: «In questo momento a Hamman Sousse, la mia città natale, esiste una pista ciclabile costruita negli anni ’80, lunga 8 km. Abbiamo però realizzato un progetto per portarla a 25 km. Questo, però, sarebbe solo il punto di partenza per arrivare a un sogno ben più grande: collegare tutta la Tunisia con una ciclabile che va da Tabarka a Ben Gardane. Sono 700 km precisi, dal nord al sud della Tunisia. Un tratto di strada che si percorre tranquillamente in 5 comode tappe. Io l’ho fatto senza ciclabile, figurati come sarebbe comodo con un pezzo di strada riservato solo alle bici. Inoltre, questa iniziativa agevolerebbe molto il turismo nel nostro paese, che è per diversi abitanti fonte primaria di guadagno».

Immagine della ciclabile di Hammam Sousse

Omar è molto determinato nella realizzazione del suo sogno e nel corso del tempo ha contatto diversi politici tunisini e non, che ne hanno apprezzato l’idea e proposto un aiuto per la realizzazione. «Nel mio paese a breve ci saranno le elezioni per eleggere il nuovo Presidente della Tunisia. Proprio per questo, in questi mesi, ho preso contatti con diversi politici e candidati alle prossime presidenziali, che hanno accolto con piacere la mia proposta. Per realizzare l’intera opera ci vorranno almeno 10 anni, quindi iniziare subito con un nuovo mandato, sarebbe la cosa più comoda. Inoltre, per far conoscere la mia idea anche fuori dai confini del mio paese, ho addirittura scritto a David Sassoli (ex presidente del Parlamento Europeo), quando ancora era in vita, e poi a Josep Borrell (vicepresidente dell’Unione Europea). Quest’ultimo mi ha risposto dopo solo una settimana, dicendo che il mio è un interessante progetto socio-economico e mi ha chiesto quando preventivammo di spendere, per valutarne un possibile aiuto finanziario. A quel punto ho scritto ai principali Ministeri tunisini: interni, economia, salute, sanità, ambiente e trasporto per cercare di capirne la fattibilità, anche con un eventuale aiuto dell’UE. Ma qui sono ancora in attesa di una risposta».

Il tragitto che ha in mente Tarek sarebbe molto bello e passerebbe per diversi siti d’interesse del paese: «La ciclabile partirebbe da Tabarka, ossia il confine a nord con l’Algeria, per andare ad attraversare tutte le zone verdi della Tunisia, ma anche le aree di cultura. Ad esempio a Siliana ci sono resti dei tempi dei romani. Oppure a El Jem è presente un bellissimo anfiteatro che è stato riconosciuto come sito archeologico patrimonio dell’UNESCO. Poi si passerebbe dalla città santa di Kairouan, che è ha moschea vecchia di oltre 1.400 anni. Fino ad arrivare a Ben Gardane, al confine con la Libia».

La distanza tra Tabarka e Ban Gardane è di 700 km
Il tragitto da Tabarka a Ben Gardane

In realtà, il progetto finale di Tarek, è ancora più ambizioso. Il tunisino di Bolzano, infatti, sogna addirittura un giorno di poter coinvolgere tutti i paesi arabi vicini: «La Tunisia è il più povero tra gli stati di quella striscia di territorio. Se questa ciclabile si riuscisse a costruire da noi, figurati come sarebbe più semplice per gli altri paesi. D’altronde stati come la Tunisia, l’Algeria, l’Egitto e il Marocco, che hanno un’alta densità di popolazione, se veramente vogliano fare qualcosa per i cittadini e per l’ambiente, una ciclabile che colleghi tutte le città e i paesi adiacenti, sarebbe il miglior regalo per la comodità e la salute delle persone. I territori in questione, in più, sono collegati da una cosa in comune: la religione. Sono infatti tutti paesi con forte prevalenza mussulmana e i nostri avi andavano a La Mecca con i cammelli. Oggigiorno, la bici potrebbe prenderne il posto. Io conosco tante gente che fa questo percorso ogni anni, anche venendo da fuori. ad esempio un mio amico dalla Gran Bretagna è in cammino proprio in questo periodo. Lui è partito dal Marocco per andare a La Mecca in bici. Però ha fatto tutto il percorso su strade normali e quindi rischiando di esser investito. Perché non fare in modo che questa possa diventare una cosa usuale e sicura?».