Maratona delle Dolomiti, Jury Chechi non vede l’ora: «Ma se piove, bisogna stare attenti»

Chechi
Jury Chechi ospite della Maratona delle Dolomiti
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Non ha un minuto di riposo perché tutti lo fermano per una voto e un autografo. Jury Chechi è uno degli ospiti più richiesti e amati dal pubblico della Maratona delle Dolomiti, accorsi in massa a San Leonardo in Badia per vivere la bellezza e il movimento del Maratona Village, l’area expo della corsa.

Per Chechi sarà la nona volta tra le salite dolomitiche, ma ogni volta è come se fosse la prima volta. «In nove anni molto è cambiato. L’organizzazione ha sempre tenuto altissima l’asticella, ma i passi in avanti fatti sono giganti. Parlo dal punto di vista logistico, dei numeri che ogni anno fa l’evento e dell’interesse che c’è dietro».

Cosa invece resta sempre uguale?

«Essenzialmente due cose. La prima è lo spirito della manifestazione, basta guardarsi attorno per capire la festa che c’è. Tutti sorridenti, felici di essere qui e di godersi tre giorni dedicati alla loro passione più grande la bicicletta. E poi l’altra cosa che rimane sempre uguale è la durezza delle salite: non si scherza su questo percorso».

Secondo te qual è il punto più duro del percorso? Dove bisogna stringere i denti davvero?

«Molto dipende dal percorso che si sceglie, se il medio o il lungo. In generale, però, credo che gli ultimi chilometri del Passo Valparola siano i più impegnativi

Come la correrai?

«Farò il Medio come sempre, ma non ho alcuna intenzione di andare a tutta. Quando vengo alla Maratona delle Dolomiti, voglio solamente godermi il paesaggio, l’affetto del pubblico, la bellezza delle salite e il clima di festa. Non a caso ogni anno mi fermo in cima al Pordoi per respirare aria fresca, recuperare e ammirare lo scenario».

Hai mai fatto il lungo?

«Un solo anno e mi è bastato. Per me è davvero troppo impegnativo. Un anno ho voluto anche capire quale fosse il mio limite, volevo testarmi e l’ho corsa a tutta. Ho fatto il medio sotto le quattro ore e per me è stato un trionfo. Però non lo rifarei adesso».

Per domenica c’è rischio pioggia.

«Sarebbe un caso perché credo che gli organizzatori abbiano fatto un patto con qualcuno lassù e ogni anno splende il sole. Però quest’anno qualcosa potrebbe essere diverso, le previsioni non sono delle migliori».

Cosa cambia con la pioggia?

«Direi che cambia tutto. Innanzitutto, sarebbe un peccato vedere la festa rovinata dal diluvio, anche se possiamo farci poco. In corsa invece bisognerà prestare la massima attenzione, cadere in discesa è facilissimo quando l’asfalto è bagnato con le gomme da 25 millimetri. Chi corre non è un professionista, ricordiamocelo sempre. E poi sarà fondamentale coprirsi: siamo in alta montagna, le temperature possono scendere in un batter d’occhio».