215mila euro di speranza: il grande successo della «Da Santo a Santo 2024»

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Duecentoquindicimila gocce di sudore. Duecentoquindicimila euro. E Duecentoquindicimila grazie. È lusinghiero il bilancio dell’undicesima edizione di Da Santo a Santo, l’evento di beneficenza che raccoglie fondi per la lotta ai tumori cerebrali e che in passato ha già donato ai centri di ricerca scientifica più di un milione e 500mila euro: a organizzarlo è la Fondazione Giovanni Celeghin, intitolata all’imprenditore veneto scomparso nel 2011 proprio a causa di un glioblastoma multiforme. Ogni anno, il figlio Fabio Celeghin – amministratore delegato del gruppo patavino DMO Spa – si mette sul sellino, stringe il manubrio e via, a macinare chilometri su chilometri, in una pedalata di speranza e determinazione che ha sempre come obiettivo quello di accendere le luci sulla drammatica realtà di questa malattia e creare quindi un’occasione per avvicinarne un po’ la definitiva sconfitta.

Quest’anno Fabio ha percorso circa 1.200 km da Sud a Nord, in sei tappe, partenza da Amalfi con arrivo come sempre a Padova, la “casa” dei Celeghin. «È stata una bella edizione, serena, avversata da qualche momento di maltempo, ma nulla che potesse fermare mio fratello. Insomma, è andato tutto liscio – commenta Annalisa Celeghin, sorella di Fabio e presidentessa della Fondazione – Siamo molto soddisfatti, anche perché abbiamo goduto di una visibilità senza precedenti».

Così, il risultato è stato magnifico: 215mila euro raccolti grazie alla libera donazione effettuata sul sito www.dasantoasanto.it, oppure direttamente alle casse dei negozi legati ai brand di DMO Spa, ossia Beauty Star Profumerie, Caddy’s e L’Isola dei Tesori (l’iniziativa doveva concludersi il primo giugno, è stata prorogata fino al 16 giugno scorso, a grande richiesta). E poi anche attraverso tre cene di beneficenza, ad Amalfi, Roma e Bologna, in quest’ultimo caso erano presenti anche l’assessore alla Salute del Comune felsineo, Luca Rizzo Nervo, e la dottoressa Francesca Santoro, neuropsicologa dell’Ospedale Bellaria di Bologna «cui destiniamo il 5 per mille della dichiarazione dei redditi. La Fondazione Giovanni Celeghin perlopiù appoggia progetti di ricerca a favore dei pazienti del futuro, ma vogliamo anche aiutare quelli attuali attraverso l’acquisto di macchinari specifici da donare ai reparti ospedalieri oppure, come in questo caso, finanziare un ambulatorio che si occupa di assisterli nella parte cognitiva, con apparecchiature che consentono la gestione di questi pazienti anche a distanza». I fondi raccolti dal Da Santo a Santo 2024, invece, saranno come sempre messi a disposizione dei migliori progetti di ricerca: «A settembre lanceremo un nuovo bando che li metterà a gara. L’anno scorso erano una trentina», a decidere chi si aggiudicherà il finanziamento sarà il comitato scientifico della Fondazione, presieduto dal celebre virologo Giorgio Palù.

Gli sforzi di Fabio Celeghin, insomma, sono stati ripagati, nel suo zigzagare lungo l’Appennino, con tappe molto impegnative, la più lunga di 280 km, da Perugia a Bologna. Come sempre, nel tratto finale dell’ultima tappa, a Monselice verso Padova, il ciclista solitario è stato affiancato da decine e decine di altre persone, «tra di loro anche un paziente oncologico che ha voluto unirsi al gruppo. Ci ha fatto molto piacere avere con noi una persona che sta combattendo questa battaglia».

«Siamo molto gratificati dal fatto che ogni anno si affacciano nuove realtà a sostenerci, crediamo questo sia dovuto sia alla bontà del progetto in sé, ma anche al fatto che lavoriamo in modo molto trasparente, minimizziamo le spese mettendo in campo le nostre strutture aziendali e questo ci consente di donare quasi tutto quello che viene raccolto». Partner istituzionali di Da Santo a Santo 2024 sono stati Comune di Padova e Provincia di Padova, mentre l’evento è stato supportato da numerose aziende private, citiamo Pinarello, Acqua Dolomia, Lyto’s, ProAction, Panther, Inovys Logistics.

LA STORIA
Giovanni Celeghin è stato un imprenditore brillante e un uomo onesto e generoso. È scomparso nel 2011, a 68 anni, a causa di un glioblastoma multiforme, il tumore al cervello più aggressivo, ancora oggi senza speranza di guarigione. I figli, Fabio e Annalisa, hanno subito pensato che al dolore per la perdita del padre dovesse seguire qualcos’altro, ovvero un impegno concreto affinché nessun altro debba, in futuro, trovarsi di fronte a una simile tragica situazione. Così, l’anno successivo, hanno creato la Fondazione Giovanni Celeghin, nata proprio per sostenere la ricerca sui tumori cerebrali, che finanzia progetti di ricerca in collaborazione con ospedali e università italiani, con l’obiettivo di individuare nuove strategie terapeutiche e offrire dunque maggiori speranze di guarigione ai pazienti e più serenità alle loro famiglie. «Come stimolare una raccolta fondi partecipata?», si son chiesti a un certo punto Annalisa e Fabio, che della Fondazione sono rispettivamente presidente e vicepresidente. Certo le classiche cene, certo le serate, certo gli appuntamenti culturali… Ma non bastava, serviva qualcosa che “facesse notizia”, ossia catalizzasse l’attenzione.

È stato il loro papà, indirettamente, a fornire una risposta: lui era un grande appassionato di ciclismo. Così Fabio Celeghin, che oggi ha 51 anni ed è amministratore delegato del gruppo veneto DMO Spa, fondato dal padre (e titolare dei marchi Caddy’s, L’Isola dei Tesori e Beauty Star), è saltato sul sellino e ha inforcato i pedali: è nata Da Santo a Santo, maratona ciclistica che da allora viene regolarmente organizzata per raccogliere fondi a favore della lotta ai tumori cerebrali. Ogni anno si parte da un luogo diverso; ogni anno s’arriva a Padova, la città dei Celeghin; ogni anno i fondi raccolti sono destinati, con la massima trasparenza e dietro regolare bando validato da un comitato scientifico, ai progetti che in Italia e anche all’estero si rivelano più promettenti per sconfiggere definitivamente questo brutto male, o comunque per far sì che i tumori cerebrali facciano meno paura.

In undici anni Celeghin jr ha percorso più di 10mila chilometri raccogliendo oltre 1,8 milioni di euro in totale. Destinati a chi? La Fondazione ha creato al proprio interno un autorevole comitato scientifico, presieduto dal virologo Giorgio Palù, che pubblica ogni anno un bando specifico per l’assegnazione dei soldi raccolti. I vari enti – ospedali, università, centri di ricerca – possono candidare i loro progetti finalizzati alla lotta ai tumori cerebrali; i più validi ottengono la relativa assegnazione, «in questi decenni abbiamo finanziato realtà scientifiche a Milano, Roma, Napoli, Genova, Oxford, Pisa, Padova». A oggi sono stati finanziati o sono in corso di finanziamento progetti, borse di studio, iniziative di supporto psicologico per i malati e i loro caregiver, acquisto di arredamenti in sale cura per un controvalore di circa 3 milioni di euro.