La tedesca Schwalbe ha da poco rinfrescato la sua “immagine” con nuovi logo e colore di base. Ma a parte l’apparenza, dalle parti di Colonia c’è sempre grandissima attenzione alla sostanza. Più che mai in un segmento che sta trainando il mercato attuale come il gravel.
Schwalbe negli ultimi quattro anni ha spinto molto in tal senso, ed ora è in grado di coprire praticamente ogni tipo di utilizzo dell’allroad. L’ultimo nato della numerosissima famiglia del G-One è l’Overland 365, una gomma all season pensata per utilizzi “tosti”, anche considerando il meteo e non solo il chilometraggio o il raggio d’azione.
Totalmente nuovo, viene proposto nel solo diametro da 28 pollici e in tre sezioni: 40, 45 e 50 millimetri, al prezzo di 49,90 euro. Andiamo però ora a capire cosa c’è dietro questa nuova copertura dell’azienda tedesca, che come abbiamo detto sul segmento gravel offre una scelta quasi sconfinata.
Schwalbe e la mescola Addix 4Season
Con il suffisso “365” il brand teutonico identifica una particolare gamma di nuovi prodotti. Non estesa visto che è di recentissima introduzione, ma che comprende per ora oltre a questo G-One Overland anche il Marathon 365 (per bici da città e da trekking) e l’One 365, per utilizzo road.
Il punto fermo è la mescola Addix 4Season, specifica per freddo e condizioni “estreme”. Questa garantisce un elevatissimo grip anche con il tempo glaciale, grazie all’abbassamento del punto di vetrificazione della superficie esterna dello pneumatico (che avviene quindi ad una temperatura più basse). E’ questo un concetto estremamente importante, visto che quando ciò si verifica la copertura perde elasticità e dunque aderenza, tanto che anche su superfici regolari la trazione peggiora.
Il lavoro dei tecnici di Schwalbe è stato proprio quello di trovare una combinazione che garantisse sempre una buona aderenza, ma che ottimizzasse la resistenza al rotolamento e la longevità della copertura. Per capirci, una mescola eccessivamente morbida avrebbe sì assolto perfettamente a quel lavoro, ma magari si sarebbe consumata nello spazio di poche centinaia di chilometri. La Addix 4Season assolve proprio a questo compito in un “compromesso” accettabile.
Tassellatura fitta
Il battistrada del G-One Overland 365 si può considerare diviso in tre parti distinte. Innanzitutto è molto fitto, come anche nel modello standard, e come possiamo anche vedere nella foto qui sotto dispone di una fila centrale con elementi più larghi rispetto ai restanti.
Sui due lati troviamo poi altrettante file di tasselli, sempre di forma trapezoidale, che rispetto alla parte centrale non offrono soluzione di continuità di contatto con il terreno. Ai bordi della gomma, infine, troviamo degli elementi laterali di altezza più pronunciata ma meno frequenti, i quali come vedremo anche nel nostro test hanno fornito una grandissima presa su terreni estremamente sconnessi e difficili da interpretare.
La copertura singola presenta un peso a partire da 550 grammi per la sezione da 40 millimetri, salendo poi a 605 e 665 grammi per le restanti due.
Tubeless? Molto easy…
L’Overland 365 è tubeless, come d’uopo per coperture di questa tipologia. La protezione Raceguard delle coperture Schwalbe, per gomme identificate come “prestazionali”, la troviamo allora anche qui, e fornisce un solido ed affidabile riparo da tutte le insidie che arrivano dal terreno. Sia in senso verticale che laterale.
La Raceguard si compone di un doppio tessuto stratificato di nylon, a trama incrociata, situato giusto sotto il battistrada. La struttura della copertura è in grado di supportare un peso che arriva sino a 100 chilogrammi totali.
La gomma l’abbiamo istallata su un paio di ruote di DT Swiss, e parliamo delle nuove AR 1600 Spline, un modello aerodinamico in alluminio con 30 di profilo e canale interno (con dentino) da 20 millimetri. Un modello road, ma che a nostro avviso se l’è cavata in maniera più che egregia anche in gravel.
Il montaggio ha richiesto pochissimo tempo. Il copertone è venuto su semplicemente utilizzando la pompa da officina, senza bisogno del compressore, pronto già per la latticizzazione successiva. Come abitudine, vi forniamo il dato della sezione reale, valore molto richiesto nell’ottica della tolleranza dei telai per il passaggio gomma. Misurata con il calibro, la copertura da 40 sul canale interno delle DT Swiss da 20 millimetri ha fatto riscontrare 38,5 millimetri. Poco sotto il valore nominale.
Per quanto concerne la pressione, ci siamo tenuti al di sotto dei 3 bar (2,8 dietro, 2,6 davanti) considerato che il nostro peso è di 74 chili al quale vanno aggiunti i 9 scarsi della bicicletta. Un valore che abbiamo trovato ottimale per un uso misto tra asfalto, strade più “scassate” e sterrato vero e proprio.
Ed è anche un range entro il quale la gomma si rivela molto sensibile ai cambiamenti, anche minimi. Così, in prospettiva di un’altra pedalata maggiormente concentrata su su terreni più duri (praticamente tutto asfalto) abbiamo portato la posteriore a 3 bar, avvertendo subito una netta differenza in termini di scorrevolezza. Eppure parliamo solo di 2 decimi di bar…
Le bande… per la sicurezza
Negli ultimi tempi abbiamo avuto modo di conoscere da vicino il mondo del gravel, ma soprattutto i gravellisti. Sono tanti coloro che utilizzano questa tipologia di bicicletta non solo per scopo ricreativo, ma anche per spostarsi in città. Senza dimenticare ovviamente i cicloviaggiatori. Tutti soggetti che potenzialmente circolano su strada quando le condizioni di luce non sono ottimali.
Proprio per venire incontro a queste esigenze, la copertura è stata dotata di una pratica e utile banda rifrangente su ambo i lati. Illuminata dai fari o, come nel caso della foto qui sopra dal flash, riflette la luce e garantisce al ciclista di essere visto con larghissimo anticipo e da ampia distanza. Una presenza tutto sommato discreta sulla copertura, che (attenzione) non soddisfa i requisiti della certificazione UN ECE R88 (le bande non sono sufficientemente luminose) ma che è un bel contributo alla sicurezza.
Proiettati verso l’inverno
Fuoristrada nella stagione invernale significa sostanzialmente una cosa più di tutte le altre, ed è il fango. Nel momento stesso in cui si esce dall’asfalto si devono poi fare i conti con la natura del terreno sul quale si vanno a mettere le ruote, e ovviamente le gomme. Possono essere compatti, mediamente cedevoli, scivolosi. Ma nel momento stesso in cui si affronta un sentiero di sola terra difficilmente se ne esce, per così dire, “puliti”…
E’ stato così anche in una delle nostre uscite con gli Schwalbe G-One Overland 365, di cui vi forniamo la foto qui sopra. Una strada di terra che pensavamo avesse drenato di più la pioggia del giorno prima, ma nella quale per poco “naufragavamo”. Una terra peraltro abbastanza tenace, collosa e invasiva.
L’Overland 365 non è una copertura specifica da fango, questo lo chiariamo subito ed a scanso d’equivoci. Per quel segmento di strada forse sarebbe stato necessario (anzi, togliete il forse…) un modello con meno tasselli e più diradati, oltre che più alti. L’Overland ha dunque un po’ sofferto lo spazio limitato che ha sul battistrada per lo scarico dei detriti tramite il giro della ruota.
E’ bastato però pedalare un paio di chilometri in asfalto lontano da quel segmento così difficoltoso per far sì che la gomma tornasse, se non proprio a splendere, perlomeno a recuperare gli spazi della sua tassellatura. La foto qui sotto l’abbiamo scattata poco dopo, come si vede si è in condizioni quasi ottimali. Complici non solo la forza centrifuga ma anche un paio di pozzanghere “prese in pieno” volontariamente per pulire lo pneumatico.
Dove se la cava egregiamente l’Overland 365 è invece su tutto il resto. Abbiamo già tessuto le lodi della fila centrale di tasselli, pensata per offrire una presa continua sul compatto. A maggior ragione ragionando sulla tenuta garantita dall’Addix 4Season, perché questo compound specifico per meteo inclemente e termometro basso ci ha sempre regalato una estrema sensazione di stabilità e di presa sicura.
Molto importante anche il ruolo dei tasselli laterali. Se l’Overland si presta ad ampi chilometraggi, loro forniscono quel supporto in più quando la situazione diventa particolarmente tecnica. Ci riferiamo ad esempio a quando si transita su canaline strette, o ci si appoggia sui bordi di una stradina. Si avverte proprio la “presa” che questi garantiscono, supporto che poi si traduce in confidenza di guida.
A conti fatti, questo G-One Overland 365 di Schwalbe non tradisce le attese, andando anche oltre le aspettative con le quali l’azienda tedesca ce l’aveva presentato. Sicuramente è una copertura adatta ad un utilizzo continuativo (grandi chilometraggi, bikepacking…) grazie alla robustezza della carcassa e alla sua longevità rispetto al consumo.
Rappresenta di certo un buon compromesso per l’inverno, dove tenuta e scorrevolezza formano una combinazione molto apprezzata, ma se ne può estendere l’uso anche in vista di velocità di marcia più alte e temperature più elevate. Una “all season” efficiente, quindi, che entra di diritto nel novero di quelle coperture con le quali ci si può fare di tutto senza problemi.
Per informazioni: www.schwalbe.com