Era attesissima come poche altre la nuova versione dello Specialized Tarmac. A tre anni di distanza dalla SL7 (che strada facendo ha raccolto quattro titoli iridati tra i pro’) e giusto alla vigilia dei mondiali di Glasgow, ecco l’ottava generazione del telaio da competizione per eccellenza del marchio californiano. L’SL8 sfoggia forme molto simili a quelle attuali, ma con tutta una serie di affinamenti che lo hanno reso, al banco, più veloce in tutti i sensi. Oltre che più leggero.
Ed a proposito di peso, se volete un parere qualificato vi giriamo pari pari le parole del campione del mondo uscente, Remco Evenepoel, che è stato tra i primissimi a testarlo.
«La bicicletta più leggera, su una salita ripida, è importantissima. Lo senti davvero. Può trattarsi di uno o due secondi, ma possono essere sufficienti per vincere una gara».
Le differenze visive tra la Specialized Tarmac SL7 e SL8
Prima cosa da analizzare, le forme. Come abbiamo accennato sono molto simili, l’impostazione rimane grossomodo quella della settima generazione e segue le tendenze realizzative attuali. Ma si è lavorato molto di “cesello” per ottimizzarne alcuni aspetti.
Cosa per certi versi abbastanza normale, visto che dal momento dell’immissione di un telaio sul mercato in poi possono emergere tanti trend di allestimento. In ambito professionistico ce ne vengono in mente due in particolare, le coperture a sezione maggiorata e l’uso sempre più diffuso di manubri integrati. E così quando i tecnici di Specialized sono andati a lavorare sul nuovo telaio hanno pensato anche all’interazione perfetta con questi elementi.
Come si vede nella foto qui sopra, il cambiamento più evidente lo si nota all’anteriore. Sparisce la cover della serie sterzo, legata all’attacco manubrio, per una soluzione più semplice e minimale. Sempre il tubo sterzo è più massiccio nelle forme, con una transizione lineare con la testa della forcella.
Il carro posteriore è l’altro elemento che ha subito i cambiamenti più evidenti. Gli innesti dei due pendenti sono meno complessi, con gli elementi orizzontali forti di una sagoma più filiforme. Ma segnaliamo modifiche anche per il cannotto reggisella, per motivi che vedremo a breve.
Per il resto, come accennato, le forme ricalcano molto quelle della generazione precedente, per quanto con qualche piccola ottimizzazione. Quindi troviamo il piantone sagomato e il carro a innesto basso, sia per motivi prestazionali che anche aerodinamici. Ma proprio l’aerodinamica anche nel nuovo Tarmac viene tenuta in grandissima considerazione. Ovviamente…
L’aerodinamica dello Specialized Tarmac SL8
La possibilità di avere da una decina di anni a disposizione una galleria del vento “di proprietà” facilita molto le cose, ed ha permesso ai tecnici di Specialized di andare a considerare veramente tutto per rendere il telaio più efficiente. Le risultanze sono che, a parità di percorso e di allestimento della bicicletta, l’SL8 risulta 16,6 secondi più veloce della SL7 su una distanza di 40 chilometri.
Sostanzialmente si è andati a migliorare l’efficienza all’aria lì dove serve, pensando anche alla facilità e alla confidenza di guida e alla possibilità di tenere il peso del telaio basso. Un approccio che massimizza quindi anche altri aspetti del pedalare e che definiamo spesso come “aerodinamica di seconda generazione”, laddove non è solo il fattore Cx a tenere banco.
L’obiettivo è come sempre ridurre al massimo le turbolenze. Specialized ha agito utilizzando, tra le altre cose, anche la celebre vernice Flo-Vis, che evidenzia in che modo l’aria scorre sulle superfici della bicicletta.
Da come si nota anche dalle foto emergono in particolare le qualità del tubo sterzo, che confrontato con la SL7 rimane il cambiamento più evidente. Rispetto alla linea del cannotto della forcella, offre una sorta di “estensione” che gratifica ancor di più le qualità di penetrazione aerodinamica della zona frontale, quella più importante.
Grazie poi anche alle nuove regole UCI, L’SL8 ha un cannotto reggisella più stretto e aerodinamico che permette ai flussi intorno e interni alle gambe di scorrere più facilmente all’indietro.
Il manubrio integrato Roval Rapide
Elemento quasi imprescindibile del kit e nato per interagire con il telaio stesso, il manubrio integrato Roval Rapide rappresenta l’ideale completamento di un anteriore che si annuncia velocissimo.
Viene prodotto in 15 combinazioni diverse, ottenute sfruttando i dati provenienti dal bikefitting Retül (oltre 10.000 risultanze di posizionamento) e dando così modo a tutti di trovare il fitting più adeguato. Si va da una lunghezza dell’attacco manubrio compresa tra 75 e 135 millimetri, e larghezza del manubrio tra 380 e 440 millimetri.
Rispetto alla combinazione della SL7, formata da attacco e manubrio che viaggiavano separati ma che erano pur sempre efficienti, si migliora di 4 watt la resistenza aerodinamica complessiva. Questo grazie anche all’interazione ben studiata con la faccia superiore del tubo sterzo. Inoltre, l’integrato comporta una riduzione del peso totale di 50 grammi. Non pochi, a pensarci bene.
L’integrato Roval Rapide si troverà montato di serie sui modelli S-Works, disponibile in aftermarket (ovviamente con totale compatibilità) per le altre varianti di montaggio, Pro ed Expert.
Alla bilancia? Solo 685 grammi
L’esperienza accumulata con lo sviluppo dell’Aethos (telaio da 585 grammi) ha letteralmente spalancato a Specialized il paradigma del peso basso. Alla bilancia il nuovo S-Works SL7 pesa 685 grammi, il 15 per cento in meno del precedente, con un migliorato rapporto tra rigidità e peso (anche detto stiffness to weight) del 33 per cento.
Per arrivare a questo risultato si è partiti dallo stesso modus operandi dell’Aethos, con l’utilizzo della fibra FACT 12r. Quindi si è seguito un processo totalmente nuovo, chiamato Front-Loading Development. Il quale alterna la modellazione virtuale della fibra composita con i classici test fluidodinamici e di calcolo ad elementi finiti.
A conti fatti lo sviluppo delle forme aerodinamiche e le incidenze che queste hanno sulla futura realizzazione strutturale viaggiano di pari passo, consentendo di andare a prototipare modelli più che mai vicini a quelli effettivamente reali ed in tempi relativamente ridotti.
Alla 54esima interazione di questi dati si è arrivati dunque al risultato finale. Un telaio da 685 grammi nella versione S-Works, che grazie poi al sistema Rider-First Engineered è in grado di offrire le medesime sensazioni di rigidità, peso e qualità di guida su ogni singola taglia. In questo caso andando a operare più che altro sulla struttura del composito.
Geometrie identiche all’SL7
Le geometrie sono quasi identiche all’SL7, vi riportiamo per intero le quote principali.
Misura | Stack | Reach | Tubo sterzo | Angolo Sterzo | Angolo Piantone |
44 | 49,1 cm | 36,9 cm | 9,3 cm | 70,5° | 75,5° |
49 | 50,4 cm | 37,8 cm | 10,2 cm | 71,75° | 75,5° |
52 | 51,7 cm | 38,3 cm | 11,3 cm | 72,5° | 74° |
54 | 53,4 cm | 38,7 cm | 13,1 cm | 73° | 74° |
56 | 55,5 cm | 39,8 cm | 15,1 cm | 73,5° | 73,5° |
58 | 58,1 cm | 40,5 cm | 17,8 cm | 73,5° | 73,5° |
61 | 60,2 cm | 41,1 cm | 19,8 cm | 74° | 73° |
Come si può vedere, l’SL8 sarà prodotto in sette misure, con elementi comuni rappresentati dal carro posteriore (41 centimetri) e dal rake della forcella (47 millimetri per le prime tre taglie, 41 millimetri dalla 54 alla 61).
Gli altri dettagli dello Specialized Tarmac SL8
Prima di vedere gli allestimenti come bici completa, ultimissima carrellata di dettagli relativi alle tolleranze. Iniziamo con un elemento molto importante rappresentato dalla tolleranza delle coperture. L’SL8 è in grado di far girare gomme sino a 32 millimetri di sezione e con almeno ulteriori 4 di spazio su ambo i lati di carro e forcella. Un bell’incremento rispetto ai 28 dell’SL7, che volendo lasciava anche margini (ridotti, va detto) per un’eventuale copertura da 30.
Si tratta di un cambiamento cruciale, viste le tendenze moderne, e che come è comprensibile già solo questo ha richiesto una totale riprogettazione a livello aerodinamico relativa all’interazione tra questi elementi e il telaio.
Per i freni a disco, al posteriore ci sarà la possibilità di istallare a scelta rotori da 140 o 160 di diametro, all’anteriore solamente da 160.
Per il cannotto reggisella, di serie le bici complete usciranno con il modello da 15 millimetri di offset. Eventualmente è possibile richiederne uno con zero offset, rettilineo per intenderci.
L’SL8 consente di far girare corone sino ad un massimo di 55 denti all’esterno e 42 interno. Ma è un telaio già pensato anche per una trasmissione monocorona. Anche utilizzando eventualmente il riduttore meccanico interno al mozzo posteriore del Classified PowerShift che abbiamo testato di recente e che è una soluzione di cui se ne parla moltissimo. Il supporto del deragliatore è removibile, e una specifica copertura poi dona alla parte iniziale del piantone una forma più pulita.
Gli allestimenti della gamma S-Works
Andiamo infine a vedere come si compone l’offerta del nuovo SL8. Partendo dal vertice della gamma ci sono le versioni S-Works, quindi le più pregiate del lotto.
Chi preferisce Shimano, opterà per la versione equipaggiata con lo Shimano Dura Ace Di2, con manubrio integrato Roval Rapide, mentre per le ruote la scelta è ricaduta sulle Roval Rapide CLX Tubeless, equipaggiate di serie con coperture (standard) S-Works Turbo Rapidair da 26 di sezione. Il peso indicativo è di 6,6 chilogrammi.
Con identiche specifiche, ed identico prezzo (14.000 euro) c’è anche la versione S-Works SL8 eTap che propone la trasmissione Sram Red AXS. Nel dettaglio la guarnitura è 48/35 con cassetta 10-33, per un peso complessivo della bici di 6,8 chilogrammi circa.
Chi desiderasse invece solamente il telaio S-Works, a 5.500 euro è venduto completo del suo reggisella e disponibile in un’ampia gamma di colori. Peraltro, proprio l’anteriore adesso più semplice e con meno vincoli (in quanto privo di attacco manubrio specifico) consente all’utilizzatore (e al negoziante) di sbizzarrirsi maggiormente in setup personalizzati.
Gli allestimenti della gamma Pro ed Expert
Sotto l’S-Works troviamo anche due alternative più economiche in quanto a bicicletta completa. La fibra di riferimento è la Fact 10R, che dà vita ad un telaio leggermente più pesante (se così si può dire, siamo pur sempre a soli 780 grammi…) seppur con identiche forme e geometrie.
In due colori ed equipaggiata con lo Shimano Ultegra Di2 troviamo la Tarmac SL8 Pro UDI2, che propone un’allestimento completato dalle ruote Roval Rapide CL e coperture S-Works Turbo Rapidair 2BR. L’altra differenza con il top è che non esce con il cockpit integrato, ma con una combinazione formata da attacco semintegrato al telaio e curva Roval Rapide in carbonio. Prezzo di 9.000 euro per la bici completa che pesa circa 7,2 chilogrammi.
Un solo colore, il nero nella foto qui in alto, per la Tarmac SL8 Pro eTap che con la precedente condivide lo stesso setup, a differenza della trasmissione affidata allo Sram Force AXS. Identico anche il prezzo, 9.000 euro, per un peso di circa 7,4 chilogrammi.
La carrellata la chiudiamo con il modello di ingresso alla nuova piattaforma Tarmac, e ci riferiamo all’Expert. Il nome corretto è Tarmac SL8 Pro Expert, caratterizzato dal telaio in fibra Fact 10R identico alla gamma Pro, diversificato in tre colori, tra cui il Satin Powder Indigo della foto qui in basso.
La trasmissione è affidata allo Sram Rival AXS, a completare il setup troviamo una curva Specialized Expert Shallow Drop in alluminio, ruote Roval C38 in composito e coperture Turbo SW da 26 di sezione. Il peso della bicicletta è di circa 7,7 chilogrammi, per un prezzo di 6.500 euro.