Riccardo, 17 anni, la bici e un record del mondo in 24h: «L’avevo promesso alla nonna»

Riccardo Sporzon, 17 anni
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Riccardo Sporzon. Avete già sentito questo nome? Presto sarà sulla bocca di tutti perché si può dire che è il nuovo astro nascente del ciclismo italiano. Non è un professionista, non è nemmeno in una squadra development. Al contrario, corre per la MTB Mania di Fossò (Venezia), studia biotecnologie sanitarie e ha 17 anni. Ma è già un ragazzo da record. «Non voglio diventare famoso. Amo la mia semplicità».

È il 4 giugno e sono appena scoccate le 3 di mattina quando Riccardo sale sulla sua bici e ancora non sa che di lì a 24 ore diventerà il detentore del record del mondo under 18 ad aver compiuto più chilometri in bicicletta nell’arco di una giornata. Per essere precisi 469,3 chilometri.

«Ce l’avevo in testa» ci dice quando gli chiediamo come gli sia venuto in mente di stare 24 ore in bici. «Io corro a livello amatoriale da un anno e mezzo. Ma ho fatto una promessa», e così ci svela la vera motivazione. L’anno scorso aveva provato a salire sulla sua bicicletta, aveva fatto 200 chilometri. Così, sorpreso dalle sue stesse prestazioni, era andato da Adele, sua nonna: «Nonna, io ti prometto che farò un record del mondo di 24 ore sulla bici». E così è stato, anche se la nonna purtroppo lo ha lasciato troppo presto per poter fare il tifo a bordo strada. Ma Riccardo l’ha portata con sé, infatti è partito con una maglietta bianca con la foto della nonna. Nella tristezza della perdita, Riccardo ha trovato la motivazione per portare a compimento la sua promessa.

Riccardo con la t-shirt dedicata alla sua nonna Adele

Per un mese e mezzo si è imposto di fare 50 chilometri al giorno a tutta velocità in avvicinamento del grande giorno. «Quando sono partito era una bella giornata, poi si è alzato un po’ di vento ma si stava bene. Avevo con me 50 litri di liquidi, ma ne ho bevuti solo 20, e poi una grande scorta di barrette e gel. Me ne sono avanzate un sacco perché a un certo punto mi sentivo pieno», dice Riccardo. E aggiunge: «Ammetto che questa cosa volevo farla da solo, poi mi è sfuggito parlandone con il mio team e allora si sono tutti attivati per fare una cosa fatta bene. Perciò vorrei ringraziare Denis e Michele Levorato, Francesco Ricordi e Michele Perini di MTB Mania. Ma anche Paolo Levorato, Gheorghes Umut, Leonardo Lelio, Andrea Rossi, Francesco Boscaro e Sofia Giacomini che sono i sanitari, i responsabili dei mezzi e quelli della logistica».

Nemmeno lui era consapevole di ciò che stava per compiere, tanto che inizialmente non sapeva chi detenesse il record. Quindi ha messo a lavoro tutti gli amici e i compagni di classe dell’Istituto tecnico Levi Ponti di Mirano per fare ricerche sulle 24 ore in sella. Con il suo team ha poi definito gli aspetti più tecnici: insieme hanno deciso due percorsi che andavano verso Venezia da fare cinque volte ciascuno e che gli facessero incontrare meno semafori possibili (qualcuno l’ha incontrato comunque). «Ho anche studiato il codice della strada e così sono giunto alla conclusione di non far chiudere le strade. Non volevo bloccare il traffico per il mio passaggio».

«Da parte di amici e di familiari il supporto non è mancato: ho trovato tantissima gente a bordo strada che mi faceva il tifo e avevano anche messo un tendone così hanno passato tante ore lì ad aspettare il mio passaggio. In più la notizia che quel giorno avrei provato a fare il record del mondo si era sparsa un po’ in tutto il Veneto, ultimamente sto ricevendo un po’ di popolarità».

Quindi, ricapitolando: Riccardo Sporzon ha 17 anni, pratica ciclismo da un anno e mezzo, ha fatto il record del mondo under 18 di 24 ore in sella. Un appello ai Pro Team: non fatevelo scappare, lui sogna di diventare professionista. Magari ha tutte le carte in regola per esserlo.