Neve, freddo e forza di volontà: la storia di Antonio che ha battuto lo Stelvio

Antonio, 37 anni, di Nardò, ha partecipato alla Santini-Stelvio. E' uno dei pochi a essere arrivato in cima
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Lo dice subito: «Scusate la voce, ma ho preso la pioggia dal chilometro due e lo Stelvio me lo sono fatto con la neve». Lui è Antonio Santo. Santo di nome, ma coraggioso di vocazione. E’ uno dei pochissimi che all’ultima Santini-Stelvio è riuscito a salire in cima allo Stelvio, ascesa dalle mille fatiche con la neve in faccia e l’abbigliamento sbagliato addosso. «Era la prima volta che lo facevo. Lo rifarò. Ma in condizioni diverse, spero. Volevo provarci lo scorso anno, era il 3 settembre, giorno del mio compleanno. Ho posticipato, ed ecco qui l’occasione».

Le condizioni dello Stelvio. Credit: Antonio Santo

Che si è trasformata in un inferno di acqua gelida e neve. Antonio ha 37 anni, è di Nardò, Lecce, ma dal 2009 vive a Milano. Lavora nel commerciale, azienda di luci al led. Ma la bici. Ah, la bici. «E’ la mia passione. E’ libertà, ma anche un momento di riflessione. Ho fatto tutti gli sport: dal calcio all’atletica, dalle maratone al triathlon. La bicicletta è sempre stata una passione, ma dal 2018 più seria».

Tempo da lupi sullo Stelvio

Antonio ci ha raccontato la sua esperienza sullo Stelvio. «L’incognita era il meteo. Ho cinque applicazioni sul cellulare, la sera prima le guardavo di continuo per fare una media. Non dava pioggia, il meteo era benevolo». E poi? «Dopo due chilometri la pioggia si è fatta subito pesante. Fortuna che avevo portato almeno la mantellina. Ma la pioggia era pesante, la visibilità scarsa. A 50 chilometri dal Passo dello Stelvio ho preso acqua per tanto tempo, ero infreddolito, i vestiti pesanti, l’acqua entrava in ogni ogni dove. Non sentivo più le mani e le gambe». Un incubo.

La bicicletta di Antonio. Credit: Antonio Santo

A Bormio si poteva salire solo entro le 14.30 (indipendentemente dal meteo), con il maltempo l’organizzazione («Bravissimi, tutti gentili e preparati, quella della Santini è stata una bella esperienza») ha deciso di bloccare tutto. «Ero arrivato ampiamente in anticipo. Ho fatto il medio. Una ragazza mi dice: “Sullo Stelvio nevica, per le classifiche basta che superi il cancello di Bormio…”. Ero lì per quello, per lo Stelvio, e allora sono andato avanti».

A dodici chilometri il momento più duro. Antonio li racconta così. «Forze a terra, batteria scarica. Sentivo il nevischio, ero infreddolito, non ero vestito in maniera adeguata. Gli ultimi chilometri sono stati duri. Sul caschetto avevo la neve. E tante volte tra me e me ho pensato: “Torno indietro, chi me lo ha fatto fare”. Ma avevo un obiettivo e l’ho raggiunto».