
La bicicletta sopra ogni cosa: anche l’Abruzzo vuole sfruttare il più possibile la tradizionale passione per il ciclismo. La redazione de Il Pescara ha intervistato in proposito Giancarlo Odoardi, della Fiab, che ha fatto esplicito riferimento alla recentissima partenza del Giro d’Italia dall’Abruzzo. «Regina incontrastata della primavera del nostro territorio è stata la bicicletta: la più in vista quella da corsa, ma anche di tutti gli altri usi, nell’immediato intorno delle strade lungo le quali la competizione si è svolta. E adesso? Adesso che abbiamo voluto la bicicletta, bisogna pedalare».

Due sono gli scenari che si prospettano: i cicloturismi e il ciclismo urbano. «Nell’accezione comune – spiega Odoardi – e soprattutto nel mondo della comunicazione, prevale indubbiamente il primo, e tutte le analisi, le valutazioni, le prospettive, gli scenari, si incardinano su questo modello, sulla gita fuori porta, sulla escursione, sullo svago e sul divertimento. Grandi numeri sulla resa economica e grandi proiezioni su futuro del settore e del suo peso sul Pil: in Svizzera la vendita delle mountain bike ha superato gli sci, e dal punto di vista del cambiamento climatico (gli impianti, la neve artificiale) questo dovrebbe far riflettere (la bici salverà il mondo?)».
«Nell’entroterra – spiega Odoardi – il fenomeno cicloturistico pur essendo meno importante comunque è in crescita e nascono opportunità per conoscere il territorio e di crescita economica. Poi c’è il contesto urbano, con alcuni aspetti di rilievo, come la pianificazione della mobilità e l’impatto ambientale. Tutte le grandi città abruzzesi, a volte conurbazioni costiere, non brillano come risultati: nonostante le bandiere dei “Comuni-Ciclabili” attribuite da Fiab ai comuni più talentuosi, specie lungo la costa, i bike smile, il punteggio della valutazione per capirci, fatica a salire (tranne alcuni casi ancora troppo isolati ma che si spera facciano da traino agli altri)».
Oggi le richieste si orientano verso una migliore pianificazione della mobilità ciclistica regionale, urbana e extraurbana, con la redazione e l’approvazione, da parte della Regione, del Piano regionale della mobilità ciclistica, reso obbligatorio dalla legge 2/2018 e da predisporre entro un anno dalla pubblicazione del Piano generale della mobilità ciclistica dello scorso ottobre. Entro pochi mesi, quindi, la Regione Abruzzo dovrebbe aver redatto il proprio piano.