Iniziato il processo per Silvia Piccini, uccisa a 17 anni il 22 aprile 2021 mentre si allenava

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Il 22 aprile del 2021 ci lasciava una giovane ciclista friulana: Silvia Piccini. Diciott’anni mai compiuti e tanti sogni da inseguire in sella alla sua bicicletta. E proprio in bici Silvia è stata uccisa. Un martedì pomeriggio, durante uno dei suoi allenamenti, la giovanissima Silvia è stata travolta da un’Audi rossa. Nonostante l’importante tentativo da parte dei medici di salvarla morì due giorni dopo in ospedale.

Il 18 gennaio presso il tribunale di Udine si è svolta la prima udienza del processo nei confronti della donna che quel maledetto martedì pomeriggio era alla guida della macchina che ha urtato l’atleta. Questa è una delle tante occasioni per rendersi conto di quanto sia importante sostenere la lotta che l’ACCPI sta portando avanti già da diverso tempo.

Marco Cavorso (delegato ACCPI) tempo fa ci aveva rilasciato una dichiarazione:

«Tutti gli adulti specialmente coloro che ricoprono ruoli di responsabilità dovrebbero guardare la vita con gli occhi di un bambino per avere una visione genuina e reale dei fatti, visto che sono loro a subire i comportamenti errati dei più grandi». Questo accadeva poco dopo che la proposta di legge sul “1,5 metri” per il sorpasso degli automobilisti venisse depositata dal deputato Mauro Berruto.

Ma intanto perché non prendere esempio da Bologna che è stata la prima città d’Italia ad aver adottato il limite dei 30 km/h in moltissime delle sue strade? Diverse città stanno seguendo il suo esempio ma non basta. Il numero di incidenti a discapito degli amanti della bici sono stati numerosi nell’ultimo periodo. Quindi bisogna continuare a crederci e a lottare per far si che le strade diventino un luogo più sicuro per tutti per far si che un omicidio stradale come quello di Silvia Piccini non si ripeta.

Per ulteriori informazioni, www.accpi.it