Esordisce ufficialmente al Tour de France la nuovissima Trek Madone SLR, la bicicletta di punta per le corse veloci a disposizione dei corridori della Trek-Segafredo. Un modello dall’indole aerodinamica, ma rivista e corretta rispetto al passato seppur recente. Al netto dei miglioramenti in termini di prestazioni rilevati in galleria del vento, si passa da un “Iso” all’altro.
La nuova Trek Madone SLR dice addio al sistema IsoSpeed, ovvero al disaccoppiatore del piantone che invece troviamo ancora nella Domane (modello endurance) e nella Checkpoint, il modello da gravel per la quale offre un’utilità a dir poco eccellente. E fa spazio ad un nuovo concetto per il tubo verticale: diamo quindi il benvenuto al sistema IsoFlow.
Trek Madone SLR nel segno dell’IsoFlow
Ancor più che spiegarlo a parole, vi rimandiamo all’immagine qui sotto per spiegarvi come si presenta il sistema IsoFlow. Il piantone prima dell’ideale snodo con l’orizzontale “interrompe” letteralmente la sua corsa, presentando due inviti di appoggio ai pendenti del carro.
Rimanendo prettamente (e per ora) nel contesto dei vantaggi aerodinamici, sostanzialmente i flussi d’aria provenienti dalla zona frontale e che scorrono più vicini al telaio vengono letteralmente indirizzati in questo che non esitiamo a chiamare “canale di scarico”. Il concetto alla base è il solito che si tira in ballo quando si parla di aerodinamica con le biciclette: minimizzare il più possibile le turbolenze e rendere i flussi laminari e non vorticosi, in modo da migliorare l’efficienza aerodinamica.
E’ stata rivista anche la forma stessa dei tubi. Intraprendendo un nuovo progetto, Trek ha a questo punto ripensata ex novo tutta la piattaforma, utilizzando sempre la filosofia Kammtail per il profilo degli elementi del telaio (quindi una sorta di coda “tronca” nel lato non esposto direttamente ai flussi d’aria), ma ottimizzata per interagire al meglio con le nuove forme della struttura.
Come sempre, vengono forniti dei numeri precisi per quantificare i vantaggi. Rispetto alla precedente versione della Madone, questa nuova a 45 orari in un’ora garantisce un vantaggio di 60 secondi.
Non va dimenticata però il comfort. Una delle pecche di molte bici aerodinamiche di questo tipo è proprio la relativa scomodità, propria di profili molto “presenti” e pertanto estremamente rigidi sull’asse verticale. C’era anche da sostituire il sistema IsoSpeed, che garantiva un certo margine di flessione al piantone rispetto alle sconnessioni del terreno, senza aumentare quelle sull’asse laterale.
Il sistema IsoFlow di fatto fornisce un comportamento che non sarà identico ma è ugualmente efficace. Il reggisella è semintegrato e tutta la parte che svetta dal tubo orizzontale, non essendo vincolata direttamente a quello verticale, gode di una certa libertà di flessione. Questo rende la guida elastica e fluida. Tra l’altro, è possibile montare coperture sino a 28 millimetri di sezione.
Meno 300 grammi sul telaio
La struttura è stata realizzata in carbonio OCLV 800, e riesce ad essere comunque 300 grammi più leggera di quella precedente. Come bici completa, come vedremo anche a breve e con un allestimento che giocoforza prevede ruote a profilo medio alto, si parte da 7,3 chilogrammi circa alla bilancia.
E’ il risultato anche dell’adozione di un manubrio integrato monoblocco, altro elemento ormai imprescindibile di una bici aerodinamica. La bicicletta in generale poi garantisce linee estremamente pulite, grazie al passaggio totalmente interno dei cavi. Una cosa va sottolineata, ed è quella che il telaio è compatibile esclusivamente con trasmissioni elettromeccaniche, come vedremo anche dopo nel focus sulle versioni in commercio.
Tre centimetri di flare
Il manubrio integrato è un elemento estremamente interessante della dotazione della Trek Madone SLR. Nella foto qui sotto vediamo la caratteristica principale. A parte la forma aerodinamica ed il leggero arretramento nella zona centrale, dispone di 3 centimetri di flare. Vale a dire che la parte bassa della curva si estende verso l’esterno.
Quella che viene considerata una misura 42 (misurata in basso, ai drop) in verità sarebbe una 39 se misurata all’altezza dei comandi. In questo modo viene favorita una posizione maggiormente aerodinamica per le braccia del ciclista, che rimangono più strette. Tanto che uno dei fattori che ha portati al miglioramento di 60 secondi in un’ora a 45 orari arriva proprio dall’assetto del corridore.
Il manubrio integrato della Trek Madone SLR dispone di un reach di 80 millimetri e di un drop di 124 millimetri. Non è compatibile con estensioni aerodinamiche, casomai si voglia pensare alla Trek Madone SLR come la base di un eventuale bicicletta da triathlon.
Otto misure e sei versioni per la Trek Madone SLR
Il telaio della nuova Trek Madone SLR viene proposto in otto taglie. Si va dalla 47 alla 62, con misure praticamente identiche in tutto e per tutto a quelle della versione della Madone attualmente in commercio.
La geometria è la H1.5, e sostanzialmente rappresenta una via di mezzo tra una posizione in sella molto agonistica e ribassata, e una maggiormente rilassata che si può trovare su biciclette più orientate all’endurance. Sono taglie sviluppate direttamente insieme ai professionisti, che mediano tra la prestazione e le sacrosante richieste di guidabilità e comodità.
Per quanto concerne il manubrio integrato, nella taglia 47 sarà proposta la combinazione 38 millimetri di larghezza per 80 di lunghezza attacco. Poi si sale: 50 e 52 avranno la 40×90, nella 54 c’è la 42×90, la 56 e 58 la 42×110, la 60 e 62 la 44×110.
Sono invece sei le versioni di bici completa con la quale questa nuova Madone si presenta sul mercato, in cui l’elemento comune è rappresentato dal manubrio integrato e dall’utilizzo di sole trasmissioni elettromeccaniche, come abbiamo detto in precedenza. Nella carrellata che proponiamo qui sotto vi mostriamo anche i colori con i quali verranno proposti i telai. La personalizzazione da parte dell’utente tramite il Project One sarà resa disponibile in seguito direttamente sul sito Internet di Trek.
Si parte dalla SLR 6 equipaggiata con il nuovissimo Shimano 105 Di2 a 12 velocità (che vi abbiamo illustrato in questo articolo) e ruote Bontrager Aeolus Pro 51. Il peso è di 7,75 chili per un prezzo di 7.699 euro.
Quasi identica è la SLR 6 eTap che come trasmissione opta invece per lo Sram Rival eTap Axs. Le ruote sono sempre le Bontrager Aeolus Pro 51, peso di 8,03 chili e prezzo di 8.399 euro.
Si sale di livello con la SLR 7 e la SLR 7 eTap, con pesi in questo caso di 7,48 e 7,76 chilogrammi, per un prezzo di 10.299 oppure 10.799 euro.
Le ruote sono identiche alla serie precedente e anche in questo caso equipaggiate con coperture Bontrager R3 da 25, trasmissione affidata rispettivamente a Shimano Ultegra Di2 e Sram Force eTap Axs.
L’ultimo step è la versione SLR 9, anche qui con la corrispondente SLR 9 eTap al suo fianco. Cambiano innanzitutto le ruote, che saranno le Bontrager Aeolus RSL 51, con coperture Bontrager R4 da 25.
La prima, equipaggiata con Shimano Dura Ace Di2, costa 13.999 euro. Per la seconda si hanno a disposizione anche i colori del team, ed eventualmente un’alternativa a livello di gomme (le Pirelli P Zero Race da 26 di sezione). La bilancia parla di 7,36 chili per un prezzo di 14.999 euro.
Per informazioni
www.trekbikes.com