Il temutissimo Passo Giau è un passaggio d’obbligo sulla strada del Prestigio di Cicloturismo. Domenica 3 luglio sarà affrontato nella parte conclusiva della leggendaria Maratona delle Dolomiti 2022, quest’anno alla sua trentaquattresima edizione. Sarà il quinto dei sei passi da scalare (come da tradizione è previsto il doppio Campolongo), ma decisamente il più ostico e faticoso. Gli altri valichi non sono meno mitici del Giau, ma decisamente più facili. Il corto e il medio eviteranno il Giau. Ecco una sommaria descrizione delle salite comprese nel percorso lungo, 138 chilometri per 4.230 metri di dislivello totale, partenza da La Villa (ore 6.15) ed arrivo a Corvara in Badia. Ripassate e studiate tutto con noi su quicicloturismo.
Maratona delle Dolomiti 2022, tutti i passi e le salite: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau e Falzarego
PASSO DI CAMPOLONGO (m. 1875) – Si parte in quota, quindi per raggiungere la cima del Campolongo bisogna superare soli 350 metri di dislivello. Breve ma suggestiva, quasi tutta allo scoperto, la prima salita della Maratona, presenta i passaggi più difficili nella sua prima metà (2 chilometri e mezzo al 7%), ma senza mai superare la soglia del 10%. Dopo la breve tregua in vista del Golf Club, nei pressi del quale cala al 3,5%, la pendenza torna su valori attorno al 6,5% sino al cartello stradale del Passo di Campolongo (km. 5,1), che precede di un chilometro esatto il valico. Gli ultimi mille metri sono molto agevoli, 4,2% di pendenza media. Chi opta per il medio e per il lungo dovrà ripetere la scalata del Campolongo dopo il primo passaggio da Corvara in Badia.
PASSO PORDOI (m. 2239) – Panoramicità ineguagliabile, una salita che regala emozioni difficile da dimenticare. Parte da Arabba, appena finita la discesa dal Campolongo, e conta ben 33 tornanti. Il serpentone dei ciclisti della Maratona è visibile sia dall’alto che dal basso. Uno spettacolo. Quella del Passo Pordoi è una salita leggendaria, la più famosa delle Dolomiti, ma non presenta grandi difficoltà tecniche. Il dislivello di 639 metri si completa dopo 9 chilometri e mezzo di ascesa, per una pendenza media del 6,6%. E’ molto costante, priva di grandi impennate, le variazioni di pendenza sono infinitesimali. I primi 3 chilometri sono appena sopra il 7%, per contro gli ultimi due arrivano appena al 6%.
PASSO SELLA (m. 2244) – La terza asperità della Maratona delle Dolomiti 2022 è quella della “Sella Ronda” viene affrontata solo per metà, perché scendendo da Pordoi si lascia la strada diretta a Canazei e s’imboccano, al bivio, gli ultimi 5 chilometri e 600 metri che conducono al Passo Sella. Ascesa breve ma impegnativa, i primi 4 chilometri hanno una pendenza media dell’8%, con qualche punta all’11-12%), mentre a mille metri dalla cima c’è un tratto più riposante. Tipica salita dolomitica, tra l’altro il punto più elevato della Maratona (2244 metri), con una ininterrotta successione di straordinarie vedute. Da affrontare con il naso all’insù.
PASSO GARDENA (m. 2121) – Se iniziato a Ortisei il Passo Gardena misurerebbe 19 chilometri. Ma alla Maratona si scalano solo gli ultimi 6 chilometri. Tra i giganti da affrontare nella sfida dolomitica è certamente il più facile. Dal Plan de Gralba al valico il dislivello è di soli 259 metri. è tutto facile. La pendenza media è rassicurante, 4,3%. Nel troncone iniziale non manca qualche impennata all’8-9%. Prima di metà ascesa si raggiunge la Sella del Culac e si percorre una porzione pianeggiante di almeno 2 chilometri, sotto l’imponente bastione del Sella. La salita riprende ai meno 2, con i quattro tornanti finali e una pendenza attorno al 6%.
COLLE DI SANTA LUCIA (m. 1484) – Brevissimo (3 chilometri e mezzo al 5,7%), non è certo questo a metter paura agli inossidabili granfondisti della Maratona.
PASSO GIAU – E’ la salita più dura della giornata, quasi 10 chilometri praticamente senza tregua. Pendenza media del 9%, ma numerosissimi tratti in doppia cifra e passaggi sino al 14-15%. Dura all’inizio, dura a metà, dura alla fine, la scalata del Passo Giau va affrontata con intelligenza, mettendo da parte la velleità di strafare, se si va in affanno non si recuipera più. Ha 29 tornanti, tutti numerati, ma nessuno di essi dà respiro. Sono ripidissimi. La strada si snoda quasi interamente allo scoperto e l’unica protezione dal sole è offerta da tre brevissimi tunnel verso metà salita. Gli ultimi 4 chilometri sono incantevoli, ma bisogna sgobbare.
PASSO FALZAREGO (m. 2117) e PASSO VALPAROLA (m. 2200) – Anche Falzarego e Valparola, che saranno affrontati senza soluzione di continuità, sono due over 2000, ma con le loro pendenze, una volta superato l’ostacolo del Giau. non possono metter timore, anche se le energie iniziano a scarseggiare. I 10 chilometri e mezzo che da Pocol conducono al Falzarego hanno una media del 5,2% e la massima non arriva al 10%. La prima porzione comprende anche un lungo falsopiano di almeno due chilometri. L’ascesa riprende alla conclusione del 5° chilometro, in corrispondenza del ponte sul Rio Bianco e da lì prosegue molto regolarmente (media 6,4%) per i 6 chilometri finali con una serie di sette tornanti. Le fatiche non finiscono però al Falzarego. Resta da percorrere una perfida appendice di un chilometro e 300 metri sino al Passo di Valparola. Uno scalone rettilineo con un dislivello di 83 metri, sul quale spira a volta un fastidioso vento contrario e le pendenze arrivano sino all’11%. Poi non rimarrà che le velocissima discesa verso la Val Badia.