Omar Di Felice, il gigante del Polo Nord: l’ultracyclist realizza l’impresa

Dopo oltre due mesi trascorsi attorno al Polo Nord, l’ultracyclist Omar Di Felice ha concluso il primo Giro del mondo artico, risultando il primo
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Dopo oltre due mesi trascorsi attorno al Polo Nord, l’ultracyclist Omar Di Felice ha concluso il primo Giro del mondo artico, risultando il primo ciclista ad attraversarlo lungo le sue tre linee di confine: dalla Kamchatka (Russia) da cui è partito il 2 Febbraio, Omar ha affrontato i vari percorsi che si sono snodati toccando tutte le nazioni all’interno del circolo polare artico.

La lunga avventura, sviluppatasi dall’estremità orientale del Pianeta riuscendo ad uscire dai confini russi pochi giorni prima dello scoppio del conflitto attualmente in corso con l’invasione dell’Ucraina, ha visto Omar attraversare la Lapponia, da Murmansk (Russia) a Tromsø (Norvegia) per poi passare all’esplorazione delle Isole Svalbard, Groenlandia e Islanda prima dell’approdo finale nelle regioni artiche del nord America dove ha pedalato tra Whitehorse (regione dello Yukon, Canada) fino alla linea del circolo polare artico in Alaska (Stati Uniti d’America), lungo la Dalton Highway.

Un’avventura invernale pazzesca attraversando il Circolo Polare Artico

L’avventura invernale è stata una lunghissima esplorazione attraverso il Circolo Polare Artico, ma anche alla scoperta dei propri limiti: vivere in autonomia, pedalando e dovendo provvedere a ogni necessità trascorrendo l’inverno con temperature costantemente sottozero (-42°C la minima registrata ufficialmente dai dispositivi di Omar Di Felice prima del loro spegnimento in determinate situazioni critiche…) ha rappresentato una sfida che ha messo a dura prova l’ultracyclist che non era nuovo a questo tipo di challenge invernali, ma che mai aveva coperto una distanza così lunga in simili condizioni ambientali.

Dalle difficoltà tecniche e di gestione della bicicletta, fino a quelle relative la termoregolazione e i rischi legati ai congelamenti, è stato un lungo viaggio che non ha nascosto momenti di crisi: al confine tra Russia e Finlandia una forte intossicazione alimentare e le difficoltà burocratiche sopraggiunte a causa dell’imminente conflitto per l’attraversamento della frontiera, si sono sommate alle giornate in cui il meteo ha messo a dura prova Omar, costringendolo, ad esempio, in Groenlandia e Islanda a rivedere in itinere le soste improvvisando bivacchi nelle cabin lungo i trail o affrontando bufere di neve in condizioni di totale white out.

Ma l’ultimo ostacolo è sopraggiunto non appena varcato il confine con l’Alaska: nonostante l’inverno abbia iniziato a lasciare spazio alla primavera, le temperature rigide e le lunghissime distanze da coprire hanno messo ancora una volta a dura prova Omar, debilitandone ulteriormente le condizioni fisiche e costringendolo a uno stop di 48 ore per via di una forma influenzale con febbre alta e infiammazione delle vie respiratorie che ha rischiato di compromettere la buona riuscita dell’avventura a poche centinaia di chilometri dalla fine.

Nonostante ciò Omar è riuscito a raggiungere con successo la linea del traguardo che, seppur “immaginaria” (si rimanda ai link in calce per il live tracking e per tutte le tracce percorse) ha assunto un forte valore simbolico. L’emozione per aver completato una sfida tanto ambiziosa quanto complessa ha fatto svanire molto velocemente la fatica accumulata ma per la quale sarà necessaria un lungo periodo di riposo e recupero attivo.

Il primo Giro del mondo artico è stato anche il secondo capitolo del progetto “Bike to 1.5°C” che, in collaborazionale con l’associazione Italian Climate Network (ICN), ha visto Omar nel ruolo di divulgatore sul tema dei cambiamenti climatici: dopo la presenza alla Conferenza sul clima, la COP26, dove la sua bici è stata la prima ad entrare ufficialmente alle Nazioni Unite, questa volta il percorso è stato anche teatro di conferenze e dibattiti con esperti sulle criticità dell’Artico e le conseguenze del riscaldamento globale. Alle lunghe pedalate giornaliere, di cui è presente lo story telling sulle pagine e i canali social network (ma anche nella story line LinkedIn coadiuvato dalla “voce” Marirosa Iannelli, coordinatrice clima e advocacy di ICN, e sui canali di Lonely Planet Italia) si sono alternate le dirette serali tenute con esperti e scienziati di cui è possibile rivedere le puntate al seguente LINK sul canale Youtube di Omar

Omar Di Felice: i dati dell’impresa al Polo Nord

Totale chilometri percorsi su piste ghiacciate e sentieri innevati – 4200 km
Dislivello coperto – 32.000 metri
Giornate spese in sella – 45
Temperatura minima registrata -42°C
Paesi attraversati 8
Regioni attraversate 6