Firenze-Pistoia 1870: appuntamento con la storia rinviato al 2023. La nuova data

Firenze-Pistoia 1870: l'appuntamento con la ciclostorica toscana riparte nel 2023
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L’organizzazione della Firenze-Pistoia 1870 è sospesa per quest’anno, a causa della pandemia.

Nei prossimi mesi sarà comunque presentato, con un apposita riunione in data da precisare, il programma relativo al 2023.

Fino all’ultimo i promotori e gli organizzatori della Firenze-Pistoia, rievocazione della prima gara ciclistica svoltasi in Italia nel febbraio 1870, hanno sperato di poter allestire la rievocazione storica in programma in questo primo fine settimana di febbraio. Alla fine Michela Piccioni, grande appassionata di questo genere di manifestazioni e dirigente del Settore Amatoriale e Cicloturistico della Federciclismo quale Componente Ciclostoriche, si è dovuta arrendere. I motivi sono riconducibili alla pandemia, che ancora è presente. La Piccioni dà appuntamento al 4 e 5 Febbraio 2023 quando la Firenze-Pistoia 1870 ciclostorica tornerà in calendario, ed invita gli appassionati a seguire la pagina ufficiale perché il Comitato Organizzatore ha in progetto un bel po’ di sorprese nel tempo di attesa, con una prossima riunione per preparare per tempo l’evento del prossimo anno.

Il ciclismo degli albori: la Firenze-Pistoia 1870, pillole di storia

Una gara dai risvolti bizzarri, ma forse una delle più massacranti di tutti i tempi, considerando le bici e le strade dell’epoca. Il 25 gennaio del 1870, infatti, La Nazione annunciò:

«Alle 9 precise i concorrenti partiranno da Porta al Prato e si dirigeranno verso la meta della loro corsa. I premi consisteranno in una medaglia d’oro, una d’argento… e altre di bronzo. Il programma della gara è affisso da un paio di giorni su tutti i cantoni della capitale».

Dunque, la gara – voluta dal Veloce Club – era prevista per il 2 febbraio 1870, partenza a Firenze e arrivo a Pistoia, per un totale di 33 chilometri. Gli iscritti furono quasi 40, i partenti 23 o 19 a seconda delle fonti. Piccola curiosità: si gareggiava su bicicli con la ruota anteriore di diametro maggiore rispetto a quella posteriore. Alcuni atleti avevano la ruota anteriore talmente grande da non toccare a terra col piede, tanto da dover esser tenuti in equilibrio dai “tecnici” alla partenza per non cadere.