Suzuki Bike Day: i segreti di un evento unico, che con ACSI è cresciuto ancora di più

La quinta edizione del Suzuki Bike Day nel 2025 si disputerà il 14 giugno.
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Cicloturismo, divertimento per le famiglie, il percorso dei mondiali e del Tour de France, un autodromo e una buona causa: in sintesi, Suzuki Bike Day. È un evento che in sole quattro edizioni si è saputo ritagliare un ruolo importate nel panorama nazionale. Alla prima edizione, disputatasi a Carpegna, nel 2021, hanno partecipato in 350. All’ultima, due mesi fa, all’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola, i ciclisti al via erano oltre 2.800. Una crescita incredibile.

Un evento, organizzato sotto l’egida ACSI, che unisce tante anime del ciclismo. Dall’appassionato a coloro che vogliono utilizzare un’e-Bike, dalle famiglie ai semplici ciclisti della domenica.
Lo scorso 8 giugno, e nelle ultime tre edizioni, si è partiti dal tempio della velocità di Imola, dove sfrecciano le auto di Formula Uno e la MotoGP. E da qui i ciclisti sono andati alla scoperta delle colline del Mondiale 2020, percorse anche dall’ultimo Tour de France, che quest’anno è partito proprio dall’Italia (da Firenze). Una manifestazione che ha saputo capire le esigenze di chi pedala e affermarsi pian piano come punto di incontro tra i vari spiriti. E proprio di questo, e del futuro del Suzuki Bike Day, abbiamo parlato con Andrea Henke, ingegnere e Direttore Commerciale Auto di Suzuki Italia.

Andrea, un ottimo risultato quest’anno che vi proietta con positività al futuro.
«Sì esatto, siamo molto soddisfatti della partecipazione. Considerando sempre che il nostro è un evento particolare che parte da un paradosso».

Un paradosso?
«Sì, un’azienda di autovetture che per un giorno chiude la strada e la dedica al suo pubblico e a chi ha la passione per la bicicletta. Questa è un’anomalia che rende la nostra manifestazione diversa dalle altre. Volevamo restituire un giorno di passione a tutti coloro che amano la bici. E la maggior parte sono anche automobilisti».

Nasce anche dal modo di pensare green del marchio?
«Suzuki è famosa per la filosofia green dei propri prodotti. Cerchiamo di avere sempre il massimo rispetto dell’ambiente nel settore auto. Volevamo partire proprio dal legame con il territorio e unire due universi, il mondo road e quello bike, due poi sono due elementi che generano passione. Per questo abbiamo scelto l’autodromo e il percorso del mondiale di Imola 2020».

Quale è stato l’aspetto di maggior richiamo?
«Per i ciclisti sicuramente il percorso dei mondiali. Su queste strade è passato poi l’ultimo Tour de France, è stata una bellissima emozione provarlo in anteprima. Poi girare per i box, anche se vuoti, dove corre la Formula Uno, ha sempre un certo fascino».

Come è cambiato il Suzuki Bike Day negli anni?
«E’ stato un po’ stravolto dal primo anno. Sul Carpegna avevamo un tracciato di 16 chilometri, adesso ne misura 55. Abbiamo aumentato distanza e dislivello e reso l’evento accessibile a tutti. Dentro il nostro percorso ci sono salite come la Gallisterna e Mazzolano, con pendenze fino al 16 per cento. C’è spazio per tutti, anche per chi vuole spingere. Imola ha fatto la differenza con la sua posizione centrale e comoda, anche per i parcheggi e i servizi».

La filosofia però non è mai cambiata. Questa non è una corsa…
«Esatto. Non è una competizione. È un giorno dedicato allo stare insieme, al divertimento puro per mezzo del ciclismo. La nostra fortuna è stata anche avere testimonial importanti, come Davide Cassani, che hanno saputo veicolare l’evento nel modo giusto. Quest’anno cerano tantissimi ospiti famosi del ciclismo e dello sport, tra cui anche gli azzurri della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio e della Federazione Italiana Triathlon. Il ciclismo unisce sempre, soprattutto chi ama vivere all’aria aperta. Ecco perché qui sono ben accette tutte le tipologie di bicicletta, anche quelle elettriche. E per questo partecipano anche tutte le tipologie di ciclisti».

E poi c’è la beneficenza, che è l’aspetto più importante
«Sì, a quella teniamo molto. Poche volte capita di divertirsi e fare anche del bene. L’iscrizione al Suzuki Bike Day è di 5 euro (c’era anche la quota “premium” a 20 euro, ndr), ma ognuno è libero di poter dare il proprio contributo e di donare di più. Tutto il ricavato va in beneficenza a Dynamo Camp, fondazione nata nel 2007 che offre gratuitamente programmi di assistenza specifica per bambini affetti da patologie gravi o croniche. Quest’anno siamo riusciti a donare 16.000 euro. Tutti sono stati protagonisti di questo gesto».

E il prossimo anno?
«Vi dico la data, il 14 giugno».

E la location?
«Ancora non ve la possiamo svelare. È in definizione, dopo tre anni a Imola ci piacerebbe esportare questo format da un’altra parte. Ne stiamo parlando proprio in questi giorni e ci saranno presto novità. O magari conferme».